Scott fuori gli artigli

La nuova stagione del team di patron Acerbis fondato 30 anni fa In squadra il campione italiano Ragnoli che quest’anno punta al mondiale

Sarà anche vero, come recita lo slogan del trentennale, che «Le grandi storie vanno vissute e non raccontate», ma ascoltare il patron Franco Acerbis ricordare lo sbarco del marchio Scott nel panorama del ciclismo italiano, ha un non so che di intrigante e genuino. Tre biciclette appoggiate al muro di uno stand in fiera (in cui si vendevano accessori moto), la preoccupazione commerciale di piazzare, l’anno dopo, due container di un brand allora sconosciuto (720 bici, mica patatine) e, infine, l’intuizione madre. E cioè: per far capire al pubblico quanto vale quello che vendi, ci devi metter sopra, chi è in grado di farlo funzionare al meglio. L’«acerbisfrancopensiero», insomma, buono per le moto e per quelle Scott che hanno dato ruote e lustro ad una squadra agonistica che compie trent’anni. Lo Scott racing Team vede artefice del suo successo un altro albinese che, ammette Acerbis, «stava qui, dietro il nostro campanile di Bondo Petello. E io manco lo sapevo». Peccato che il Noris, all’epoca dell’incontro con l’ignaro Acerbis e un mondo delle ruote artigliate ancora agli albori, avesse un passato da professionista su strada di tutto rispetto. Appesa la bici leggera al chiodo, Noris, agguanta aver realizzato nel 2017 tutti i sogni della sua vita. Matrimonio compreso, aggiungendo l’anello al dito al titolo di campione italiano (oltre alle strepitose vittorie alla Hero, alla Dolomiti Superbike e alla Alta Valtellina). Ma lo spazio per sognare ancora c’è e, ligio al suo motto — «chi non risica, non rosica» — Ragnoli butterà il cuore oltre l’ostacolo perché, a metà settembre, scatterà l’ora del Mondiale. Si pedalerà in casa, sotto le Tre Cime di Lavaredo, montagne da ammantare con l’iride mondiale. Ci mette pure un carico da novanta un altro ex pro strada, Cristiano Salerno, che guarda a Mondiale Europeo e Italiano