Belotti chiede scusa e paga 11 mila euro La pm del caso Yara ritira la querela
Il neodeputato leghista: le ho proposto di devolvere parte dei soldi all’associazione dei Gambirasio
Caso chiuso tra Letizia Ruggeri, il pm che ha coordinato le indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio, e il neodeputato Daniele Belotti. Nel 2012, il magistrato aveva denunciato l’allora assessore regionale leghista per una petizione che aveva fatto girare tra i sindaci, in cui chiedeva che la pm venisse sollevata dall’incarico. «Basso profilo tecnico e morale», è la frase che aveva colpito in particolare Ruggeri. Ora il processo al tribunale di Venezia si è chiuso con una sentenza di non doversi procedere. Il pm ha ritirato la querela in cambio di 11 mila euro di risarcimento e di scuse scritte.
Una frase, in particolare, aveva motivato il pm Letizia Ruggeri a querelare Daniele Belotti, allora assessore regionale e oggi neoeletto alla Camera dei deputati con la Lega: «Basso profilo tecnico e morale». Era il 2012, il processo al tribunale di Venezia si è chiuso il 14 febbraio, anche se la notizia è circolata solo ora, con una sentenza di non doversi procedere. La pm, assistita dall’avvocato Roberto Bruni, ha ritirato la querela ma in cambio ha voluto le scuse e il risarcimento. Una lettera e 11.000 euro, più le spese legali, già consegnati. No comment, dalla pm.
Ci sono voluti sei anni, un’opposizione alla richiesta di archiviazione, un’imputazione coatta, prima udienza il 1° maggio 2017 con rinvio a febbraio 2018. Nel 2012 le indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio che poi hanno portato alla condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti, confermata in appello, sembravano in un vicolo cieco. Belotti fece girare una petizione tra i sindaci per chiedere che la pm venisse sostituita o affiancata con un magistrato «di provata esperienza». Poi corresse togliendo la frase, se ne scusò pubblicamente, ma ormai la prima versione c’era. «Questa vicenda nasce dalla delusione per il rifiuto di fornire documentazione alla famiglia di Yara, liquidata con due righe, cosa che mi aveva fatto infuriare — commenta Belotti —. La mia lettera era stata scritta di getto proprio in quel momento, ho sbagliato e me ne scuso, come per altro avevo già fatto pubblicamente il giorno seguente». Alla pm lancia un mezzo invito: «Difendo il diritto di critica, ma questa volta ammetto di avere esagerato, anche se non c’era nulla di personale con la pm Ruggeri, tanto che le ho fatto i complimenti per aver risolto il caso di Yara. Spero di incontrarla presto, di stringerle la mano e di bere un caffè insieme al bar». Sulla sua decisione hanno inciso le elezioni: «Ho preferito chiudere questa vicenda prima di essere eletto, sapendo che l’elezione sarebbe stata sicura, perché una volta diventato deputato
La frase incriminata In una petizione l’allora assessore regionale scrisse «basso profilo tecnico e morale»
sarebbe stato tutto più complicato. Nella lettera di scuse ho anche espresso l’auspicio che una parte degli 11 mila euro che ho versato venisse destinata all’associazione La passione di Yara, dato che la vicenda era nata proprio in questo contesto».