Corriere della Sera (Bergamo)

Vaccini, i dubbi dei papà «Ora ci sono meno tutele»

Lovere, il ritorno al nido deciso dal Tar del bimbo non in regola

- di Fabio Paravisi

Il bimbo di Lovere non vaccinato è tornato all’asilo nido grazie alla decisione del Tar. Ma fra i papà degli altri bambini ora c’è qualche timore: «Noi siamo in regola con la legge, le vaccinazio­ni sono importanti. Ma con questa situazione i nostri figli sono meno tutelati».

È la Festa del papà all’asilo nido comunale di Lovere. E chissà se fra i papà che escono dalla scuola in collina con al collo grossi cartoncini colorati a pastello c’è anche quello del bambino che la sta frequentan­do grazie alla decisione del giudice. I genitori non hanno vaccinato il piccolo e non hanno effettuato la relativa prenotazio­ne all’Ats, e per questo il Comune aveva proceduto all’espulsione. La famiglia ha però presentato ricorso al Tar, che ha sospeso il provvedime­nto in attesa di prendere una decisione definitiva. Lasciando nel frattempo i genitori degli altri bambini a porsi qualche domanda. O almeno lo fa chi ha letto della vicenda sui giornali, perché chi gestisce l’asilo non ne ha parlato.

«Non so se abbiano fatto bene a riammetter­e il bambino, in questo modo ci sarà meno tutela per gli altri — è il dubbio di Francesco Bianchi —. Noi le vaccinazio­ni le abbiamo fatte tutte, mi fido di chi ha più competenza di me in questo campo». «Io di figli ne ho tre, siamo diventati matti per metterli tutti in regola — racconta Lazzaro Corso —. Questa è l’ennesima presa in giro all’italiana: se c’è una disposizio­ne è giusto che venga rispettata. Certo che adesso ho paura per le conseguenz­e che potrebbero esserci per il mio figlio minore, che frequenta questo nido».

I bambini non vogliono uscire dal cortile, c’è chi si aggrappa ai giochi e chi vuole portarsi a casa le bicicletti­ne, e i papà li devono rincorrere. «Io penso a quel bambino: potrebbe prendere malattie che gli fanno del male, mentre per i nostri non ci dovrebbero essere problemi — è la tesi di Enrico Rossi —. Sulle vaccinazio­ni non ho dubbi. Abbiamo rispettato volentieri le regole, sapendo che sono per la tutela dei nostri figli». Tesi simile per Sebastiano Genovese: «Mia figlia non è a rischio: abbiamo fatto anche le vaccinazio­ni non obbligator­ie. Guardando la storia si vedono malattie debellate grazie ai vaccini e se oggi siamo qui è anche per questo. Il problema è per quelle categorie che non si possono vaccinare e potrebbero avere delle conseguenz­e se quel bambino si ammalasse».

Tutti i papà hanno fatto vaccinare i figli senza dubbi, magari con qualche sfumatura: «È chiaro che la vaccinazio­ne è fondamenta­le ed è una tutela per tutti: solo una piccola parte può avere problemi mentre i vantaggi sono notevoli — spiega Fabio Frattini — . Purtroppo c’è ignoranza o paura. Un solo bambino non vaccinato non mi preoccupa, potrebbero nascere problemi solo se diventasse­ro tanti». Altri si fidano delle autorità sanitarie, anche qui con diverse gradazioni: «Non abbiamo fatto tutte le vaccinazio­ni, ma quelle obbligator­ie sì — dice Gianmario Menolfi —. Se c’è una prassi di base è giusto che vada seguita». «Io da piccolo ho fatte tutte le malattie senza conseguenz­e — premette Silvio Pina —, ma se i medici dicono che è meglio vaccinarsi mi fido». E c’è chi si fida del giudice, come un ultimo papà: «Ci sono tante malattie che preferirei che mia figlia non prendesse. Ma se il Tar fa rientrare quel bambino vuol dire che non ci sono problemi».

La decisione del tribunale è fissata per il 4 aprile. Mentre entro il 20 marzo le scuole invieranno in Regione gli elenchi delle famiglie non in regola: in questo momento, oltre che a Lovere, ci sono irregolari a Treviglio (due) e Bergamo (quattro). I centri vaccinali verificher­anno ogni situazione per capire se si tratti di disguidi o di una effettiva volontà di non vaccinare, e poi ci si regolerà di conseguenz­a.

«È una vicenda stucchevol­e e spiacevole in tutti i sensi — commenta il sindaco di Lovere Giovanni Guizzetti, medico di base —. Si tratta di rispettare norme statali note a tutti da tempo. Chi è contrario dovrebbe informarsi su cosa succedeva quando non esistevano le vaccinazio­ni contro certe malattie. Siamo di fronte a un progresso scientific­o incontrove­rtibile. Ora aspettiamo la decisione del Tar. Ma non è una guerra: si tratta di obbedire alla legge e salvaguard­are le famiglie che la rispettano».

Il sindaco «Non è una guerra,ma bisogna salvaguard­are le famiglie che rispettano la legge»

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