Vaccini, i dubbi dei papà «Ora ci sono meno tutele»
Lovere, il ritorno al nido deciso dal Tar del bimbo non in regola
Il bimbo di Lovere non vaccinato è tornato all’asilo nido grazie alla decisione del Tar. Ma fra i papà degli altri bambini ora c’è qualche timore: «Noi siamo in regola con la legge, le vaccinazioni sono importanti. Ma con questa situazione i nostri figli sono meno tutelati».
È la Festa del papà all’asilo nido comunale di Lovere. E chissà se fra i papà che escono dalla scuola in collina con al collo grossi cartoncini colorati a pastello c’è anche quello del bambino che la sta frequentando grazie alla decisione del giudice. I genitori non hanno vaccinato il piccolo e non hanno effettuato la relativa prenotazione all’Ats, e per questo il Comune aveva proceduto all’espulsione. La famiglia ha però presentato ricorso al Tar, che ha sospeso il provvedimento in attesa di prendere una decisione definitiva. Lasciando nel frattempo i genitori degli altri bambini a porsi qualche domanda. O almeno lo fa chi ha letto della vicenda sui giornali, perché chi gestisce l’asilo non ne ha parlato.
«Non so se abbiano fatto bene a riammettere il bambino, in questo modo ci sarà meno tutela per gli altri — è il dubbio di Francesco Bianchi —. Noi le vaccinazioni le abbiamo fatte tutte, mi fido di chi ha più competenza di me in questo campo». «Io di figli ne ho tre, siamo diventati matti per metterli tutti in regola — racconta Lazzaro Corso —. Questa è l’ennesima presa in giro all’italiana: se c’è una disposizione è giusto che venga rispettata. Certo che adesso ho paura per le conseguenze che potrebbero esserci per il mio figlio minore, che frequenta questo nido».
I bambini non vogliono uscire dal cortile, c’è chi si aggrappa ai giochi e chi vuole portarsi a casa le biciclettine, e i papà li devono rincorrere. «Io penso a quel bambino: potrebbe prendere malattie che gli fanno del male, mentre per i nostri non ci dovrebbero essere problemi — è la tesi di Enrico Rossi —. Sulle vaccinazioni non ho dubbi. Abbiamo rispettato volentieri le regole, sapendo che sono per la tutela dei nostri figli». Tesi simile per Sebastiano Genovese: «Mia figlia non è a rischio: abbiamo fatto anche le vaccinazioni non obbligatorie. Guardando la storia si vedono malattie debellate grazie ai vaccini e se oggi siamo qui è anche per questo. Il problema è per quelle categorie che non si possono vaccinare e potrebbero avere delle conseguenze se quel bambino si ammalasse».
Tutti i papà hanno fatto vaccinare i figli senza dubbi, magari con qualche sfumatura: «È chiaro che la vaccinazione è fondamentale ed è una tutela per tutti: solo una piccola parte può avere problemi mentre i vantaggi sono notevoli — spiega Fabio Frattini — . Purtroppo c’è ignoranza o paura. Un solo bambino non vaccinato non mi preoccupa, potrebbero nascere problemi solo se diventassero tanti». Altri si fidano delle autorità sanitarie, anche qui con diverse gradazioni: «Non abbiamo fatto tutte le vaccinazioni, ma quelle obbligatorie sì — dice Gianmario Menolfi —. Se c’è una prassi di base è giusto che vada seguita». «Io da piccolo ho fatte tutte le malattie senza conseguenze — premette Silvio Pina —, ma se i medici dicono che è meglio vaccinarsi mi fido». E c’è chi si fida del giudice, come un ultimo papà: «Ci sono tante malattie che preferirei che mia figlia non prendesse. Ma se il Tar fa rientrare quel bambino vuol dire che non ci sono problemi».
La decisione del tribunale è fissata per il 4 aprile. Mentre entro il 20 marzo le scuole invieranno in Regione gli elenchi delle famiglie non in regola: in questo momento, oltre che a Lovere, ci sono irregolari a Treviglio (due) e Bergamo (quattro). I centri vaccinali verificheranno ogni situazione per capire se si tratti di disguidi o di una effettiva volontà di non vaccinare, e poi ci si regolerà di conseguenza.
«È una vicenda stucchevole e spiacevole in tutti i sensi — commenta il sindaco di Lovere Giovanni Guizzetti, medico di base —. Si tratta di rispettare norme statali note a tutti da tempo. Chi è contrario dovrebbe informarsi su cosa succedeva quando non esistevano le vaccinazioni contro certe malattie. Siamo di fronte a un progresso scientifico incontrovertibile. Ora aspettiamo la decisione del Tar. Ma non è una guerra: si tratta di obbedire alla legge e salvaguardare le famiglie che la rispettano».
Il sindaco «Non è una guerra,ma bisogna salvaguardare le famiglie che rispettano la legge»