Via Fara, il cantiere sorvegliato speciale: a maggio gli scavi
Nonostante qualche ritardo, il cantiere di via Fara non ha registrato problemi di statica. È l’esito della relazione alla seconda commissione consiliare. Parla di un «controllo istantaneo dell’andamento dei lavori», il collaudatore Mario Myallonier: è in funzione una tecnologia analoga a quella installata dopo il crollo del 2009, per monitorare i movimenti del pendio e pure di micropali o tiranti. Ogni settimana viene redatto un rapporto, con dati e osservazioni. Sul muro della trave in calcestruzzo in cima alla collina, è fissato un sistema ottico: finora i sensori non avrebbero registrato problemi. «Da settimana prossima sarà attivo il quinto dei sismografi — informa l’ingegner Ferruccio Della Giacoma, progettista e direttore dei lavori —, li abbiamo tarati con i valori più bassi d’Europa, quelli per gli edifici storici: non supereremo queste soglie di vibrazioni». Verso maggio, se non fosse possibile proseguire gli scavi con il «martellone», cioè una macchina idraulica connessa alle ruspe, Della Giacoma virerebbe sulle micro-cariche esplosive per spaccare il fondo roccioso (sconnesso, visto il passato da cava veneziana). Da aprile, lungo via Fara, verrà costruita una cabina dell’Enel in modo da garantire corrente alle gru, quando saranno montate. La galleria sommitale sarà la porta pedonale del parcheggio verso via Solata e Città Alta, sull’ex rifugio antiaereo sono in corso approfondimenti storici: un frontone, ritenuto medievale, risalirebbe invece all’Ottocento. Dopo gli slittamenti — dovuti alle piante da potare e alla trafila di autorizzazioni per la teleferica —, i tecnici calcolano uno stato di avanzamento dei lavori al 50% della prima fase: sono stati piantati 6.900 dei 12 mila micropali e posizionati un terzo dei 9 mila metri quadri di ancoraggi.
Finora nessun problema In cima alla collina è installato un sistema ottico e presto sarà attivato il sesto sismografo