Corriere della Sera (Bergamo)

Raid nei cimiteri del Lodigiano Devastazio­ni e furti di statue

La banda entra di notte con i camion e ruba centinaia di lapidi, cornici e vasi. A Marudo sparite 27 sculture, 70 a Maleo, 10 a Vidardo

- di Francesco Gastaldi

«Ho visto la gente piangere sulla tomba distrutta dei propri cari: sono disgustato». Il sindaco di Maleo, comune in provincia di Lodi, Giuseppe Maggi scuote la testa di fronte alla devastazio­ne del cimitero del suo paese: pietà e angeli rubati, lapidi spaccate, vasi di fiori spariti. E non è l’unico: i cimiteri di Marudo e Castiraga Vidardo, ultimo episodio in ordine di tempo, hanno subito gli stessi furti sacrileghi.

Da dieci giorni il Lodigiano è finito nel mirino della «banda dei tombaroli», una versione più evoluta e letale dei ladri di rame che negli ultimi tre anni hanno depredato quasi tutti i cimiteri del Lodigiano alla caccia di pluviali da rivendere sul mercato nero. Ma i tombaroli sono peggiori: entrano di notte con i camion all’interno dei cimiteri, smontano le statue di bronzo e rame devastando le tombe di famiglia, spaccano lapidi, rubano vasi di fiori e suppellett­ili, in particolar modo se di metallo prezioso, arrivano perfino a violare le foto dei defunti se ritengono che le cornici possano avere un valore.

Lo scenario che si lasciano dietro questi raid è devastante ed è quantifica­bile in decine di migliaia di euro di danni, accompagna­to dalla disperazio­ne dei famigliari che vedono le sepolture dei loro morti violate nel modo più oltraggios­o per ottenere qualche chilo di rame da fondere. «Una scena del genere proprio non l’avevo mai vista», conferma Maggi. E nessuno pensava che lo scarso rispetto addirittur­a per i defunti potesse giungere a tali terribili livelli.

A Marudo, piccolo centro vicino a Sant’Angelo Lodigiano, i tombaroli hanno fatto la loro comparsa per la prima volta nella notte fra il 5 e il 6 marzo. Almeno 27 statue di famiglia scardinate ed asportate, quindi caricate sull’autocarro insieme a decine di vasi e coprilumin­i. Ma è a Maleo, nella Bassa Lodigiana, che nella notte fra mercoledì e giovedì la banda ha compiuto il colpo finora più remunerati­vo: settanta statue e decine di vasi spariti nel nulla, tombe distrutte per agevolarne lo smontaggio, perfino un carrello per i feretri usato come mezzo di trasporto per trasferire sui camion il materiale rubato.

L’ultimo raid ieri a Castiraga Vidardo, al confine con Marudo, teatro del primo colpo dei tombaroli. Il sindaco Emma Perfetti, avvertita da una residente già alle 7 del mattino, si è subito recata al cimitero per un sopralluog­o: «Hanno rubato almeno dieci statue in rame e bronzo, più un centinaio di vasi da fiori — racconta —. I ladri hanno lavorato indisturba­ti dalle 3 del mattino in poi; per agevolare il trasporto hanno addirittur­a usato dei bidoni dell’immondizia dopo averli svuotati tra i vialetti del cimitero. Non avevo mai visto una cosa del genere».

Sui tombaroli stanno indagando i carabinier­i di Maleo e di Sant’Angelo Lodigiano. Non c’è dubbio che la banda che imperversa sia sempre la stessa. A Maleo il gruppo è stato anche ripreso da una telecamera: i malviventi sono arrivati sul loro autocarro alle 2.30 del mattino con il buio e sono usciti carichi di statue e di rame due ore più tardi, dopo aver operato in tutta tranquilli­tà. Si ipotizza, dal tempo impiegato e dalla quantità dei pezzi asportati, che il numero di persone che compone il commando sia di 8-10 membri. Il parroco di Maleo ieri ha celebrato una messa di riparazion­e contro il furto sacrilego. Ma la paura è che i tombaroli non abbiano ancora finito e l’angoscia nel territorio è a livelli sempre più elevati.

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