Raid nei cimiteri del Lodigiano Devastazioni e furti di statue
La banda entra di notte con i camion e ruba centinaia di lapidi, cornici e vasi. A Marudo sparite 27 sculture, 70 a Maleo, 10 a Vidardo
«Ho visto la gente piangere sulla tomba distrutta dei propri cari: sono disgustato». Il sindaco di Maleo, comune in provincia di Lodi, Giuseppe Maggi scuote la testa di fronte alla devastazione del cimitero del suo paese: pietà e angeli rubati, lapidi spaccate, vasi di fiori spariti. E non è l’unico: i cimiteri di Marudo e Castiraga Vidardo, ultimo episodio in ordine di tempo, hanno subito gli stessi furti sacrileghi.
Da dieci giorni il Lodigiano è finito nel mirino della «banda dei tombaroli», una versione più evoluta e letale dei ladri di rame che negli ultimi tre anni hanno depredato quasi tutti i cimiteri del Lodigiano alla caccia di pluviali da rivendere sul mercato nero. Ma i tombaroli sono peggiori: entrano di notte con i camion all’interno dei cimiteri, smontano le statue di bronzo e rame devastando le tombe di famiglia, spaccano lapidi, rubano vasi di fiori e suppellettili, in particolar modo se di metallo prezioso, arrivano perfino a violare le foto dei defunti se ritengono che le cornici possano avere un valore.
Lo scenario che si lasciano dietro questi raid è devastante ed è quantificabile in decine di migliaia di euro di danni, accompagnato dalla disperazione dei famigliari che vedono le sepolture dei loro morti violate nel modo più oltraggioso per ottenere qualche chilo di rame da fondere. «Una scena del genere proprio non l’avevo mai vista», conferma Maggi. E nessuno pensava che lo scarso rispetto addirittura per i defunti potesse giungere a tali terribili livelli.
A Marudo, piccolo centro vicino a Sant’Angelo Lodigiano, i tombaroli hanno fatto la loro comparsa per la prima volta nella notte fra il 5 e il 6 marzo. Almeno 27 statue di famiglia scardinate ed asportate, quindi caricate sull’autocarro insieme a decine di vasi e coprilumini. Ma è a Maleo, nella Bassa Lodigiana, che nella notte fra mercoledì e giovedì la banda ha compiuto il colpo finora più remunerativo: settanta statue e decine di vasi spariti nel nulla, tombe distrutte per agevolarne lo smontaggio, perfino un carrello per i feretri usato come mezzo di trasporto per trasferire sui camion il materiale rubato.
L’ultimo raid ieri a Castiraga Vidardo, al confine con Marudo, teatro del primo colpo dei tombaroli. Il sindaco Emma Perfetti, avvertita da una residente già alle 7 del mattino, si è subito recata al cimitero per un sopralluogo: «Hanno rubato almeno dieci statue in rame e bronzo, più un centinaio di vasi da fiori — racconta —. I ladri hanno lavorato indisturbati dalle 3 del mattino in poi; per agevolare il trasporto hanno addirittura usato dei bidoni dell’immondizia dopo averli svuotati tra i vialetti del cimitero. Non avevo mai visto una cosa del genere».
Sui tombaroli stanno indagando i carabinieri di Maleo e di Sant’Angelo Lodigiano. Non c’è dubbio che la banda che imperversa sia sempre la stessa. A Maleo il gruppo è stato anche ripreso da una telecamera: i malviventi sono arrivati sul loro autocarro alle 2.30 del mattino con il buio e sono usciti carichi di statue e di rame due ore più tardi, dopo aver operato in tutta tranquillità. Si ipotizza, dal tempo impiegato e dalla quantità dei pezzi asportati, che il numero di persone che compone il commando sia di 8-10 membri. Il parroco di Maleo ieri ha celebrato una messa di riparazione contro il furto sacrilego. Ma la paura è che i tombaroli non abbiano ancora finito e l’angoscia nel territorio è a livelli sempre più elevati.