Pavia scende in strada contro gli adesivi-marchio sulle case degli antifascisti
Due settimane fa il raid. Corteo fino a piazzale Ghinaglia
Sono passate due settimane dal raid notturno durante il quale sono state «marchiate» le case di decine di attivisti antifascisti pavesi. Sulle porte delle loro abitazioni, tra cui quella dell’assessore alla cultura del comune di Pavia Giacomo Galazzo, era stato apposto un adesivo che recitava: «In questa casa ci abita un antifascista » . La Digos sta proseguendo nelle indagini e nel vaglio dei filmati delle telecamere di sicurezza cittadine che potrebbero rivelare l’identità degli autori del gesto e sul tavolo della Procura stanno intanto arrivando elementi utili alle indagini. Ieri il tema è stato al centro anche del Comitato dell’ordine e della sicurezza che si è tenuto in Prefettura. E oggi è prevista la risposta della Rete Antifascista di Pavia e dell’Anpi che hanno organizzato una manifestazione che partirà nel primo pomeriggio da piazza Italia per dirigersi verso piazzale Ghinaglia, un luogo simbolo della tradizione antifascista intitolato a Ferruccio Ghinaglia, uno dei primi martiri delle squadre della morte di Benito Mussolini, ucciso dai fascisti a Pavia il 21 aprile del 1921. Dal Ponte Coperto verrà lanciato « in forma spettacolare», affermano gli organizzatori, il messaggio: «Qui abitano gli antifascisti». E al termine ci sarà anche la distribuzione di adesivi, contraltare all’iniziativa dell’ultradestra di quindici giorni fa.
La manifestazione, a cui aderiscono diverse sigle dell’antifascismo lombardo, non sarà solo un atto dimostrativo, anzi, le richieste degli organizzatori sono chiare: «Ribadiremo le nostre parole d’ordine: lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste e il sequestro dei patrimoni che hanno accumulato durante questi anni in cui hanno potuto agire indisturbate; il diniego d’ogni spazio pubblico a iniziative fasciste di qualunque tipo e infine — concludono — la chiusura della sede di Casapound in via della Rocchetta a Pavia, punto di ritrovo e appoggio logistico per le aggressioni squadriste che si susseguono in città».
Dall’altra parte la stessa Casapound, che a Pavia ha una sede da circa tre anni, rivendica il proprio spazio politico, forte anche di una tradizione radicata in città tra i militanti della destra estrema vicini a contesti come quelli della Dora (comunità militante dei Dodici Raggi) di Caidate o della nuova Avanguardia Nazionale a Bergamo.
Un contesto che ha favorito una tensione mai sopita. Culminata con gli scontri del novembre 2016 durante l’annuale commemorazione per la morte del missino Emanuele La distribuzione tra i cittadini di adesivi simili a quelli applicati sulle case degli antifascisti, replica alla provocazione dell’estrema destra
Le richieste Chiudere la sede di Casapound e sciogliere le organizzazioni neofasciste