Real Madrid, i camp per i piccoli in quattro Paesi
A Scanzo, Urgnano, Arzago e Mapello i camp per bambini organizzati dai blancos
Se per ammirare i club europei, come Everton, Lione e Borussia Dortmund, i bergamaschi sono dovuti «emigrare» a Reggio Emilia o sorbirsi trasferte continentali, in estate ci sarà l’occasione per vedere all’opera sotto casa i tecnici della squadra più titolata al mondo. La Fundaciòn Real Madrid Clinics organizzerà a giugno quattro campus giovanili: a Urgnano (dall’11 al 15), Mapello (11-15), Arzago (1822) e Scanzorosciate (25-29). L’iniziativa è dedicata a ragazzi e ragazze dai 7 ai 14 anni ed è contraddistinta da metodologie innovative. «Pettorine elettroniche, gps, porte e palloni muniti di sensori», elenca Marco Rossetti, dirigente dell’Asd Arzago, che già lo scorso anno partecipò all’iniziativa radunando una quarantina di ragazzini. «Ma l’innovazione per i bambini sarà quella di interfacciarsi con tecnici che parlano inglese o spagnolo, facendo così una bella esperienza didattica», rilancia Beppe Silvestri, responsabile del settore giovanile dell’Usd Scanzorosciate.
Entrambe le società sono state contattate dalla Fundaciòn, alla ricerca di realtà sportive strutturate, impianti adatti e uno staff all’altezza. «Essere l’unico club bergamasco che si può fregiare del titolo di scuola calcio d’elite assegnato dalla Figc ha avuto un peso», conferma Massimo Ravasio, direttore generale del settore giovanile del Mapello, società che conta 16 formazioni — oltre alla scuola calcio — e i cui 25 allenatori hanno frequentato con profitto i corsi di formazione della federazione. Ma anche una società giovane e senza una consolidata attività giovanile come l’Urgnanese, ha avuto semaforo verde. «Li abbiamo convinti con la bontà dei nostri impianti —, conferma Marco Albertini, presidente del sodalizio —. Nel giro di tre anni vorremmo integrare le offerte formative di Oratorio, Polisportiva e Urgnanese, in modo da accompagnare i ragazzini dalla scuola calcio fino alla prima squadra». La possibilità di far tesoro di questa esperienza è uno dei motivi che anima gli organizzatori, che già lo scorso anno si resero conto della differenza delle metodologie di allenamento. «I bambini vivevano quei 4 giorni con le scarpe da calcio perennemente ai piedi, anche a pranzo», ricorda Rossetti. Ma, oltre ai bambini, anche i dirigenti delle quattro squadre partecipanti trepidano. «Anche per noi sarà bello assistere a qualcosa di nuovo: personalmente non vedo l’ora di assistere ai corsi per i portieri», conferma Silvestri. Del resto l’ideatore e il curatore di questo nuovo programma per giovani numeri 1 è nientemeno che Oliver Kahn, ex saracinesca del Bayern Monaco.
Tecnologia «I bimbi indosseranno pettorine elettroniche e gps. Porte e palloni sono muniti di sensori»