Il duplice omicidio, due sospettati
La coppia uccisa a Caravaggio: un teste ha preso la targa, è la Panda del fratello di lui
Carlo Novembrini e la compagna Maria Rosa Fortini (nel tondo), 50 e 40 anni, sono stati uccisi con quattro colpi di pistola. Il duplice omicidio nella sala slot di Caravaggio potrebbe avere come movente un delitto di onore per un torto di anni fa. Due persone sono sospettate, un uomo e una donna: fino a tarda notte sono rimaste in caserma, a Treviglio, sotto interrogatorio. Sono state riprese dalle telecamere del centro commerciale. Un testimone, inoltre, ha annotato la targa della Panda: è del fratello di Novembrini.
Sembrava aver chiuso da un pezzo, con il suo passato. E forse l’aveva fatto davvero. Carlo Novembrini, nato a Gela 51 anni fa, probabilmente non aveva più niente a che fare con quella mafia vecchio stampo che un tempo l’aveva assoldato per spedizioni punitive contro i commercianti che non pagavano il pizzo, protagonista, lui e altri complici, del racket delle estorsioni per il clan dei Madonia, spesso nel mirino della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. Taglieggiamenti di inizio anni ‘90, a Gela.
Dopo aver scontato anni di carcere duro, al 41 bis, Novembrini si era rifatto una vita, almeno così garantiscono tutte le persone vicino a lui, entrando in affari diversi, da artigiano in edilizia, anche se qualche conoscenza sospetta, a Treviglio, non gli mancava. Frequentava spesso la città della Bassa, nonostante avesse scelto da tempo di vivere a Sergnano, poco oltre il confine cremasco, con Maria Rosa Fortini, 40 anni. E con lei Novembrini era un volto noto del centro commerciale di Caravaggio e della sala slot Gold Cherry, che ha rimpiazzato pub e bar dove negli anni, nella Bassa, si sono fermati a passare le serate e anche le notti migliaia di ragazzi. Ma proprio lì, in un posto frequentato da clienti di ogni tipo, pieno di negozi e affacciato sull’ex statale a due passi da un supermercato e dal chiosco di un fast food che in pianura tutti conoscono, ieri sarebbe rispuntato un passato familiare tremendo, che non perdona, per il papà siciliano (due figli prima di avere una relazione con Maria Rosa Fortini).
Sarebbe stato un fratello minore a raggiungerlo, per ucciderlo: un uomo alto circa 1,75, capelli neri lucidi, scarpe rosse e giubbetto blu elettrico, a viso scoperto, sfrontato nella sua azione. Tempo fa (ma la collocazione dei fatti non è ancora certa) il presunto killer di ieri a Caravaggio, sarebbe stato tradito dalla moglie proprio con il fratello. E l’avrebbe scoperto solo di recente. La certezza è che l’assassino è entrato nel locale, affiancato da una donna, solo e unicamente per sparare a Carlo Novembrini e alla sua compagna. Con una calibro 9, estratta da una tasca appena varcata la porta. Maria Rosa Fortini, secondo indiscrezioni che emergono dalle indagini, avrebbe anche tentato di proteggere la persona con cui viveva, lanciandosi davanti a lui, ma senza riuscirci. Sono morti tutti e due, almeno due colpi di pistola ciascuno.
Un episodio che è già al vaglio dei carabinieri di Treviglio e Bergamo come possibile movente del duplice delitto. Un rancore attribuito a una persona, il parente stretto appunto, che gli investigatori
Il panico L’esecuzione all’interno di un locale molto frequentato dai giovani della Bassa
nella serata di ieri avrebbero riconosciuto pienamente nella persona in fuga su una Panda bianca, l’auto utilizzata per arrivare al centro commerciale di Caravaggio. Fino alla svolta in tarda serata, in circostanze ancora da chiarire: due persone sono state portate in caserma come sospettate. Si tratterebbe proprio di un fratello di Novembrini e di una donna, probabilmente una compagna del killer che ha seminato il panico al centro commerciale.