Quartier generale per i medici
Gallera inaugura la sede di Iml. Ma sul futuro è allarme
Inaugurata in via Autostrada dall’assessore regionale Gallera la sede di Iniziativa Medica Lombarda, coordinamento tra medici di base per ottimizzare i servizi.
«La medicina di base è la specialità del futuro», parola dell’assessore regionale alla Sanità, Giulio Gallera. Di fronte alla metamorfosi sancita dalla riforma del Pirellone, che sprona i dottori di famiglia ad associarsi per essere riconosciuti «gestori» dei malati cronici, il trust Iniziativa Medica Lombarda (Iml) ha inaugurato un centro — il quartier generale vetrato dei futuri servizi — nella torre di via Autostrada 36, a Bergamo.
Iml è nata nel 2011 da 24 professionisti. Oggi i soci sono 717: la trazione è bergamasca, con 275 aderenti (contro i 144 della Val Padana, i 103 di Milano, i 91 brianzoli, 55 da Brescia, 43 da aree di montagna e 19 dall’Insubria) sui 604 medici under 65 della provincia, dove si calcola una percentuale di adesione alla riforma del 57%.
Per continuare a curare i pazienti che assistono da anni, i dottori dovranno fare squadra: potranno così confezionare il Piano assistenziale individualizzato (Pai) dei malati cronici, senza dipendere dal parere di altri gestori esterni (chiamati «care manager»). «Passiamo da una medicina di attesa nei nostri studi a una medicina di iniziativa», sintetizza la vicepresidente Anna Carla Pozzi. La concentrazione, secondo Iml, permetterà di ottimizzare i
servizi d’ufficio: nella piattaforma online Take Care confluiranno le cartelle cliniche (un lavoraccio informatico, visto che esistono 22 tipologie valide) da integrare con le diagnosi, più puntuali rispetto all’anagrafica dei database regionali, degli specialisti. Centralizzare le «agende sanitarie», poi, dovrebbe migliorare le prenotazioni di visite e terapie. Non solo: se il paziente si sottrarrà a un controllo, verrà richiamato, «garantendo la continuità del trattamento — chiosa Pozzi —, come se facessimo il tagliando alla macchina».
Oltre alla formazione del personale, Iml si propone di investire sulla telemedicina. «È importante il lato di imprenditorialità — plaude la dg dell’Ats di Bergamo, Mara Azzi —. Delegando le altre incombenze, ci sarà più tempo per avvicinarsi ai bisogni dei pazienti». Gallera sottolinea il valore della «riorganizzazione che consente di essere più appropriati dal punto di vista economico», mentre il dg dell’ospedale Papa Giovanni, Carlo Nicora, apre: «Ci aspettiamo la governance delle cronicità, noi copriremo quello che manca».
Se il dg di Lombardia Informatica, Roberto Soj, può rivendicare un primato digitale («La nostra regione vale i due terzi dei Fascicoli sanitari elettronici italiani»), Guido Marinoni ricorda un allarme noto: «Formiamo solo cento nuovi medici di base all’anno — denuncia il presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo —, arriveremo a un dottore ogni 3 mila abitanti, una statistica da terzo mondo».
L’obiettivo «Passiamo da una medicina di attesa nei nostri studi, a una di iniziativa»