La fede in pegno per la cocaina
San Paolo d’Argon, in carcere marocchino. Aveva 14 telefoni
C’era chi, professionista, non aveva problemi a pagare 50 euro per una dose di cocaina. E chi, invece, ha lasciato in pegno la fede nuziale dei 25 anni di matrimonio. L’hanno trovata i carabinieri a San Paolo d’Argon, nel blitz in cui hanno arrestato un marocchino.
Sulla fede nuziale sono incisi il nome di una donna e un anno: 1992, venticinque anni di matrimonio l’anno scorso. Ma c’è un uomo che non porta quell’anello all’anulare sinistro perché l’ha consegnato a Tarik El Ghazani, 31 anni, marocchino arrestato per detenzione ai fini di spaccio di cocaina. Nella casa del fratello in cui vive, a San Paolo d’Argon, i carabinieri della tenenza di Seriate hanno trovato un «sasso» di 200 grammi. Cocaina pura, che tagliata avrebbe fruttato fino a 50.000 euro, più 20 dosi già pronte.
Quella fede d’oro, insieme ad un’altra più piccola senza nome e probabilmente di una donna, è stata lasciata in pegno per comprare la droga, ritengono i carabinieri. Così come quattro orologi sequestrati nell’abitazione. Sono d’acciaio e sui quadranti hanno marche come Fossil ed Emporio Armani. Merce buona ma non a livello di Rolex d’oro, a riprova che la rosa dei clienti di El Ghazani (a meno che lui non abbia un’altra spiegazione credibile, quando verrà interrogato) è ampia. Gente che non ha in tasca 50 euro per pagare la cocaina, ma non rinuncia alla dose, così come professionisti. Persone dai 30 ai 50 anni. Bergamaschi, ma anche delle province di Brescia, Lecco e Milano. I carabinieri lo sanno perché sono risaliti a loro. Per capire come e perché, bisogna tornare a febno
Una pattuglia controlla il trentunenne e gli trova addosso un grammo e mezzo di cocaina. Roba da denuncia. Lui non risulta nella banca dati di polizia e carabinieri. Anzi, non risulta da nessuna parte perché, si scoprirà poi, dal 2015 ha un permesso di soggiorno ancora valido ma in Spagna. In Italia, dunque, è un fantasma che dice di non
Valore 50.000 euro Sequestrato «sasso» di coca da 200 grammi: tagliata, avrebbe prodotto 1.000 dosi
aver casa. Il brigadiere e l’appuntato di pattuglia, però, vogliono vederci chiaro e per due mesi lo seguono e indagano su di lui. Partono dal suo telefono cellulare, da cui risalgono a una quindicina di persone che non avevano motivo di contattarlo. Non credono nemmeno che lui dorma in ripari di fortuna. Lo controllano, si appostano, e scoprono che vive in una casa che è del fratello, in affitto. Chiedono e ottengono dal pm Laura Cocucci un decreto di perquisizione. Venerdì mattina il blitz, con due pattuglie. I carabinieri suonano al campanello, ma nessuno apre. Sanno che dentro c’è qualcuno perché sentobraio. i rumori, ma la porta dell’appartamento al secondo piano è blindata. Servono i vigili del fuoco, che forzano la tapparella della finestra della cucina. I vetri sono aperti, i carabinieri sono subito dentro. L’immigrato è lì, come sospettavano.
Trovano la droga in un incavo ricavato nell’imbottitura di spugna di un cuscino in camera da letto e, nei vestiti, le dosi pronte. Una da sola pesa 20 grammi, probabilmente era destinata ad uno spacciatore più che a un assuntore. I soldi sono sparsi: nel doppio fondo del tavolo, in un peluche, dietro a uno specchio che uno dei carabinieri si mette a smontare. I tutto sono 10.000 in contanti. Ci sono anche 14 telefoni cellulari e 30 schede telefoniche, due bilancini che sembrano specchietti con ancora delle tracce di cocaina, e un quaderno con colonne di cifre scritte a penna. I militari ritengono siano i grammi di coca, 150 ma anche 368. Si leggono anche dei nomi in stampatello, altre pagine sono in arabo, in un angolo in italiano c’è scritto: «Mamma, ti amo». Fuori dalla casa una Mercedes ha una ruota a terra. È di El Ghazali e sotto il sedile c’è un’altra dose. Non è la sola auto con cui girava, i carabinieri l’hanno visto anche con una Fiat Punto e una Renault Megane.
Già che c’era, l’unità cinofila si è imbattuta in un condomino, un indiano. Il cane si è agitato quando gli è passato accanto: l’immigrato aveva 10 grammi di hashish (denunciato). E in casa un’ascia con una lama di 25 centimetri, che ha consegnato