«Poca trasparenza, ora fusione con i comitati dell’aeroporto» Perché NoParking non si ferma
Continuano a crederci: «Fatte le opere di messa in sicurezza, il cantiere si può ancora fermare». Il problema dei NoParking Fara è che sono rimasti solo loro a crederci e intorno a loro le condizioni non sono favorevoli. In pratica da quando il Consiglio comunale nell’ottobre 2016 approvò la nuova convenzione per il parcheggio sotto l’ex Faunistico, l’opera è un treno in corsa, quasi impossibile da arrestare. È la democrazia: sindaco, giunta, consiglio hanno deciso, via libera. «Ognuno ha la libertà di esprimere la sua contrarietà a qualsiasi opera pubblica. Ma stiamo agendo in forza di un voto del Consiglio comunale», dice (e ha sempre detto) l’assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla.
«È una risposta che non basta, non c’è stato il necessario confronto con la cittadinanza», dicono Michele Cremaschi, Dorino Agliardi, Giovanni Ginoulhiac, Emanuele Valsecchi: una delegazione (variegata, per storie politiche e personali) del comitato che compie in questi giorni un anno. Una battaglia molto accesa, Giorgio Gori costantemente preso di mira — insieme al dg dell’Atb Gianni Scarfone —, accusato dai NoParking di scarsa trasparenza su una storia che parte da lontano. Il primo progetto è del 2004. «Il problema è che, rispetto alla prima versione, il parcheggio non è più al servizio dei residenti, ma a pagamento per chi sale in Città Alta. Non era quello che Gori aveva proposto in campagna elettorale. E così sono aumentate le dimensioni e i costi dell’opera». 18 milioni, che la Bergamo Parcheggi (azionista di riferimento la multinazionale della sosta Best In Parking, in società proprio con Atb) conta di recuperare in 29 anni grazie ai 469 posti auto. E questo è uno dei passaggi che i NoParking contestano: «I consiglieri hanno votato un piano in cui si ipotizza che il parcheggio si ripaghi in un tempo così lungo sulla base di un riempimento medio di 84 posti auto l’ora. Oggi però, con 274 posti auto a rotazione disponibili in Città Alta, il riempimento varia tra 209 e 236. Se questi dati si confermassero, il parcheggio si ripagherebbe in meno della metà dei 29 anni previsti».
Su questo punto e su molti altri i NoParking nell’ultimo anno sostengono di aver trovato un muro nell’amministrazione. Un po’ perché i toni sono stati sempre molto alti (dalla richiesta di dimissioni di Scarfone alle interruzioni delle sedute dell’assemblea di Palazzo Frizzoni), un po’ perché c’è passata di mezzo una campagna elettorale — con qualche militante candidato, dal M5S a Potere al Popolo —, un po’ perché la giunta non sente di dover riaprire un capitolo che in effetti sul piano istituzionale si è chiuso con il voto in Consiglio. «Ci ha colti di sorpresa quella seduta», dicono i NoParking, spiegando perché la loro battaglia sia iniziata quando di fatto i giochi erano fatti.
Ma, appunto, il comitato insiste, su due piani. Il primo è quello della partecipazione. «Questa storia, al di là e oltre il parcheggio, deve aprire una nuova epoca, su scelte così importanti i cittadini devono essere coinvolti», spiega Cremaschi. Da qui, il tentativo di rilanciare la «fusione» con i comitati dell’aeroporto, per iniziative future. L’altro piano continua ad essere quello delle proteste per cercare, nonostante tutto, di convincere Gori a una «pausa di riflessione» sul cantiere. Domani sera i NoParking saranno in consiglio, di nuovo, per assistere alla discussione di un ordine del giorno sul parcheggio. E, di nuovo, si parlerà di mancata esplicitazione delle penali che il Comune avrebbe dovuto pagare se avesse scelto di cassare il progetto. «Ci sono numeri noti e numeri ignoti — risponde Brembilla —. Posso dire quanto è stato speso finora per la sicurezza e la realizzazione dell’opera. Ma non posso dire io a quale spesa andrebbe incontro il Comune con un’eventuale causa per non realizzare il parcheggio. Solo un giudice potrebbe dirlo».
In Consiglio Lunedì di nuovo in aula sulle penali. Brembilla: «Sono numeri che può dare solo un giudice»