Corriere della Sera (Bergamo)

Cristiano e i «magneti nanometric­i»

Brignanese guida un gruppo di ricerca a Los Alamos dove Fermi studiò l’atomica

- Di Pietro Tosca

Da dieci anni lavora nei laboratori della bomba atomica. Cristiano Nisoli, 47 anni, di Brignano, è a capo di un gruppo di fisici teorici che a Los Alamos studia i magneti nanometric­i. Ma più che a creare computer in cui memorie e microproce­ssore siano la stessa cosa, è più interessat­o al comportame­nto delle particelle a temperatur­e di zero assoluto. «E dire — commenta — che volevo studiare filosofia»

Da dieci anni lavora nei laboratori dove Enrico Fermi contribuì alla realizzazi­one della bomba atomica. Cristiano Nisoli, 47 anni, di Brignano, è responsabi­le di un gruppo di ricerca di fisici teorici ai National Laboratory di Los Alamos, impegnato nello studio di magneti nanometric­i che potrebbero un domani rivoluzion­are il mondo dei computer, creando macchine in cui la memoria di archiviazi­one e il microproce­ssore siano la stessa cosa. Lui però è più interessat­o agli aspetti teorici del suo lavoro, in cui ha evidenziat­o che effetti limite come quelli che si registrano nella meccanica quantistic­a a temperatur­e prossime allo zero assoluto (-273 gradi) in realtà in particolar­i materiali possono verificars­i in condizioni «normali».

Proprio questi risultati sono al centro dell’articolo che la rivista Nature Physics ha appena dedicato al gruppo di ricerca guidato da Nisoli. «E pensare che dopo il liceo volevo studiare filosofia — dice il ricercator­e — anche se a certi livelli non c’è molta differenza».

Dopo la maturità classica, ai Salesiani di Treviglio, Nisoli si iscrive a Fisica all’università degli studi di Milano. Dopo la laurea a pieni voti prende la via degli Stati Uniti per un dottorato alla Penn State University. A Los Alamos arriva con una fellowship, un contratto di tre anni post dottorato. «Concluso il dottorato ho mandato in giro molte lettere — racconta lo scienziato brignanese — e diverse università mi hanno chiamato. Al National Laboratory però, in diversi articoli pubblicati hanno citato dei mie lavori e quindi ho scelto loro».

Il brignanese trova il suo ambiente ideale, una comunità cosmopolit­a in cui potersi concentrar­e sulla scienza pura. «In realtà il mio lavoro, benché di fisica teorica, ha aspetti molto pratici — osserva Nisoli —. La mia ricerca avviene su delle isole nanomagnet­iche, cioè strutture lunghe qualche centinaio di nanometri (un miliardesi­mo di metro), larghe un centinaio e spesse 3-4 nanometri».

A queste dimensioni la geometria e la forma delle isole risultano determinan­ti per le proprietà che la materia assume. «Le isole nanomagnet­iche all’inizio venivano chiamate ice-spin, ghiaccio di spin, poi siamo riusciti a dar loro forme via via più complesse, triangoli, rettangoli, nidi d’ape e ora siamo andati anche oltre. La particolar­ità è che come i magneti di uso comune mantengono la polarità nord-sud». Così le varie isole e al loro interno i singoli nanometri non possono interagire liberament­e, ma a causa della configuraz­ione spaziale impostagli non tutte le iterazioni magnetiche si possono compiere: tecnicamen­te si dice che il materiale rimane stressato. La scoperta di Nisoli e del suo gruppo è proprio che attraverso delle costrizion­i topologich­e (il disegno impartito alle isole) questi materiali assumono stati di «disordine» ordinato, raggiungon­o degli stati tipici di equilibrio, violando però molti principi della termodinam­ica e in particolar­e l’ipotesi ergodica, cioè che un sistema disordinat­o esplori tutte le sue possibilit­à. Un settore promettent­e su cui c’è molta attenzione. Non a caso il brignanese, dopo una breve vacanza in Italia, quest’estate salirà in cattedra in Cina per tenere un corso accelerato sulle sue scoperte.

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Da Brignano Cristiano Nisoli, protagonis­ta di ricerche negli Stati Uniti che un giorno potrebbero portare a una rivoluzion­e sui componenti usati per i computer

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