Duplice omicidio, i dubbi sulla sorella
Caravaggio: disperata per pochi attimi, poi la freddezza e una versione da verificare. Ma non è indagata
Non è indagata, ma i suoi spostamenti tra la Sicilia e la Bassa e il suo atteggiamento durante e dopo il duplice omicidio destano più di un dubbio negli inquirenti. Ornella Novembrini (nel fotogramma delle telecamere), sorella di Maurizio, che ha ucciso a colpi di pistola il fratello Carlo e la compagna, mercoledì scorso in una sala slot di Caravaggio, non ha mai ipotizzato un possibile movente, circoscritto, che può aver causato la furia omicida di Maurizio, limitandosi a un «litigavano». Inoltre è sembrata disperata per pochi attimi, poi ha sempre dato l’impressione di essere molto fredda. Non si ferma sul luogo del delitto, non fa telefonate al 118 o al numero unico di emergenza 112, ma si allontana con il fratello che aveva appena freddato due persone.
Davvero si può credere che Ornella Novembrini volesse convincere il fratello Maurizio a portarla in un supermercato, per fare un po’ di spesa, dopo averlo visto nervoso, e invece si è casualmente trovata sul luogo di un duplice omicidio, con il cadavere di un altro fratello, Carlo, e della cognata Maria Rosa Fortini, a terra in una pozza di sangue nella sala slot del centro commerciale di Caravaggio?
Una settimana dopo il delitto Ornella Novembrini, 49 anni, resta non indagata. E non è detto che finirà mai sotto inchiesta per quanto accaduto. Ma i suoi spostamenti dalla Sicilia alla Bassa Bergamasca e il suo atteggiamento durante e dopo il duplice omicidio, sotto i suoi occhi, destano più di un dubbio negli inquirenti. Il giorno dopo i fatti lei stessa ha raccontato di persona al Corriere di aver visto il fratello piuttosto nervoso rientrare in casa, in via del Bosco a Treviglio, attorno alle 17.30. E di avergli chiesto un passaggio per fare la spesa, salendo poi in auto con lui. Già, ma dalla ricostruzione degli inquirenti, è emerso che Maurizio Novembrini non aveva una sua auto e che quel pomeriggio si era fatto prestare una Fiat Panda da un sacerdote di Rho, dove era andato in treno: chiesta
per caso o per andare a uccidere? Sembra escluso che in programma ci fosse la spesa al supermercato.
Nella sala slot, inoltre, la sorella sembra disperarsi per alcuni attimi, dopo aver tentato in effetti di far desistere il killer. Ma, poco dopo, pur vedendo il fratello e la cognata a terra, uccisi, non si ferma sul posto, non fa telefonate al 118 o al numero unico di emergenza 112 (è la ricostruzione tramite i tabulati telefonici). Anzi, si allontana con Maurizio Novembrini che infila nel giubbotto la sua calibro 9 clandestina, sale con lui in auto. E poi chiama solo la moglie di Maurizio, ma nessun altro: non avverte il terzo fratello che vive in zona, non chiama il figlio più grande di Carlo, Francesco, che saprà tutto solo due ore e mezza dopo dai carabinieri, non contatta nessun altro parente stretto in Sicilia, dove ci sono altri fratelli. Nulla e nessuno. Viene riportata nell’appartamento Aler di via del Bosco e ci resta fino alle 21.30 circa, quando i carabinieri fermano il fratello e poi portano in caserma anche lei.
È davanti al pm e agli ufficiali dell’Arma in veste di sorella sia del killer sia di una delle due vittime: ma Ornella Novembrini non dice una sola parola su un possibile movente, circoscritto, che può aver spinto Maurizio a commettere il duplice omicidio. «Litigavano». Racconta, inoltre, di essere arrivata in zona due mesi prima, dopo aver trovato un lavoro a Treviglio grazie a un sito web, nonostante tutti i parenti stretti in zona, e di essersi fatta ospitare nell’alloggio di via del Bosco solo dal 20 marzo, senza specificare meglio dove ha vissuto nel mese e mezzo precedente: perché è all’incirca dall’inizio di febbraio che si trova nella Bassa. E due anni prima era stata ospite da Carlo, non da Maurizio.
Tutto normale? L’arrivo dalla Sicilia di Ornella Novembrini era solo finalizzato al lavoro? O doveva portare la pace tra i suoi fratelli? Secondo chi indaga i suoi spostamenti sono tutti da capire. E il suo atteggiamento, in caserma, è comunque emblematico, rispecchia la «linea» di tutto il resto dei familiari delle vittime e del carnefice: nessuno parla di un movente preciso. Ma forse, in molti, sanno qual è.
Dalla Sicilia Arrivata dopo aver trovato lavoro sul web, nonostante tre fratelli in zona