I giudici: Wycon risarcisca Kiko
Guerra dei cosmetici, i campani dovranno risarcire Percassi e modificare i loro negozi
Wycon dovrà risarcire Kiko per 700 mila euro e modificare lo stile dei suoi negozi in Italia. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Milano nella causa intentata dal gruppo Percassi.
Non può esserci buona fede in quei negozi arredati nello stesso modo, con gli stessi colori e per vendere lo stesso tipo di prodotto. Smalti, rossetti, fondotinta. Lo scrive il giudice della Corte d’Appello di Milano Raimondo Mesiano nella sentenza che fa segnare il secondo punto a favore di Kiko nella guerra contro i rivali di Wycon.
Alla società della famiglia Percassi, colosso della cosmetica a prezzo contenuto (solo in Italia 350 punti vendita con ricavi a 610 milioni di euro nel bilancio 2017), spetta un risarcimento d annidi 716.250 euro. Il gruppo dell’ impren dito per re campano Gianfranco Satta, circa 120 punti vendita, dovrà inoltre modificare i negozi presenti sul territorio nazionale entro 150 giorni dalla notifica della sentenza esecutiva con una penale di 10 mila euro negozio nel caso in cui il restyling non venisse effettuato entro la tempistica indicata dal tribunale. «La imitazione degli elementi come sopra considerati da parte di Wycon — osserva il giudice — è talmente sistematica anche agli occhi di un osservatore superficiale della cospicua documentazione e delle fotografie prodotte dalle parti, da rendere assolutamente di giustizia l’affermazione al di là di ogni ragionevole dubbio che Wycon ha sfruttato le ricerche, l’attività produttiva e promozionale ed il lavoro di Kiko». In due parole, la «creatività» e la «novità», che, secondo il tribunale, rendono il progetto firmato dall’architetto Iosa Ghini «meritevole di tutela autorale». Acquistarlo e allestire i negozi era costato a Kiko 3 milioni e 300 mila euro. È vero che i singoli elementi dell’arredo non sono identici, ma le fotografie dei negozi Wycon mostrano una «impressionante» somiglianza con quelli di Kiko «sia nell’impressione visiva d’insieme sia nella composizione strutturale». Per esempio, «la combinazione dei colori nero, bianco e rosa/viola con luci “fredde” crea un effetto discoteca che è caratteristico dei negozi in questione». Non tutti i punti vendita Kiko sono uguali, aggiunge il giudice, «ma è anche vero che il concept store creato dal progetto di Iosa Ghini qui in esame è assolutamente costante» nelle immagini di 40 negozi in Italia portate in tribunale.
Il ricorso in Cassazione da parte di Wycon è sicuro. Nel ricordare come i tribunali di Lisbona e Liegi abbiano respinto le richieste del gruppo Percassi, il gruppo campano «si riserva di dare ulteriore notizia delle iniziative intraprese a tutela del proprio prestigio commerciale».