Droga ai disperati calata dal cestino
In manette: gestiva il traffico dal primo piano di un edificio diroccato in stazione
I carabinieri hanno accompagnato in carcere un tunisino di trent’anni accusato di spaccio. Secondo le indagini, almeno da settembre e fino a dicembre ha venduto droga in un edificio dell’ex Italcementi, lungo i binari della stazione. Si intrufolava da una scala e calava la droga dal primo piano, utilizzando un cestino. Quando è scattato il blitz, prima di Natale, era fuggito lanciandosi da tre metri. Allora erano stati sequestrati 100 grammi eroina e 20 di cocaina.
Basta affacciarsi pochi istanti. Non importa che sia l’orario degli studenti, che piova a dirotto, che chiunque possa intuire che cosa succede là in fondo, dove i treni finiscono. Il viavai è continuo. Qualcuno scende da un vagone parcheggiato. Qualcuno sparisce oltre l’ultimo edificio. Sono in due, vanno a passo spedito. Qualcun altro riaffiora da un’apertura. Si direbbe un pachistano. Cammina al fianco della massicciata, raggiunge la biglietteria, abbassa il cappuccio e lo zainetto rosso. Con la faccia stravolta aspetta che il treno per Milano si muova.
Stazione di Bergamo, binario 1. Abdessalem Belheni, 30 anni, tunisino, iniziava da qui le sue giornate di «lavoro». Lo hanno ricostruito i carabinieri di Bergamo, che l’altra mattina si sono presentati a casa della sua fidanzata, dove passava le notti. Lo hanno accompagnato in carcere su disposizione del giudice per le indagini preliminari Federica Gaudino. L’accusa è di spaccio. Almeno da settembre e fino a dicembre, il nordafricano, con precedenti specifici a partire dal 2011, avrebbe fatto affari all’interno del vecchio stabilimento Italcementi, verso via Bono. I militari lo osservavano da via Gavazzeni. Che si trattasse di droga era chiaro dall’inizio. Come funzionassero le consegne, lo hanno capito durante i primi appostacarabinieri
menti, quando hanno notato un cestino abbassarsi da una finestra.
Secondo le indagini, Belheni aveva trasformato l’edificio in un piccolo fortino con catene e lucchetti agli ingressi e una scala di fortuna per infilarsi tra le stanze diroccate. Dalla finestra a tre metri di altezza gestiva il commercio in
tutta sicurezza. Il cestino veniva calato la prima volta e il «cliente» depositava i contanti. Alla seconda, otteneva la sua dose. E avanti così per buona parte della giornata. Il traffico iniziava verso le 10 e finiva a metà pomeriggio per almeno una trentina di persone rifornite ogni giorno, per lo più tossicodipendenti abituati a bazzicare in stazione, quasi tutti tra i 30 e i 40 anni. Non risulta nessun minorenne. I contatti avvenivano via telefono. Quando lui arrivava, spesso trovava la fila ad attenderlo.
Le indagini cominciano a settembre. Il 22 dicembre, i decidono di uscire allo scoperto. Circondano la zona e bloccano gli assuntori che si allontanano con la droga. Quando è il momento di catturare il tunisino, succede però quello che non si aspettano. Trovano le porte sbarrate e, mentre le liberano, lui si lancia dalla finestra, atterra su una ragazza e si dà alla fuga. La poveretta è una delle sue clienti e ai carabinieri racconta la scena: «Me lo sono visto cadere addosso», fa mettere a verbale.
Quella mattina Belheni riesce a farla franca, ma ormai è solo questione di tempo. Nel fortino vengono sequestrati 100 grammi di eroina e 20 di cocaina, oltre a 150 euro. Un incasso misero, ma la giornata era appena iniziata. Chi indaga è convinto che l’edificio venisse utilizzato anche come deposito della droga. Formalmente senza fissa dimora, il presunto spacciatore viveva a casa della compagna, un’italiana con problemi di tossicodipendenza di Sorisole. L’appartamento, perquisito dopo le manette, è risultato pulito.
In piazzale Marconi, l’indagato arrivava con l’autobus. Si lasciava alle spalle il binario 1, raggiungeva «il negozio» e poi dava inizio agli affari. Dopo il blitz di dicembre, non è più tornato al fortino, attorno al quale, però, l’andirivieni non si è mai fermato.
A dicembre Al momento del blitz, il presunto spacciatore era fuggito lanciandosi dalla finestra