Gianfelice Facchetti porta in tv la storia del bomber Leo
«La squadra del cuore non è quella per cui tifiamo ma la prima che ci ha dato una maglia e un posto del mondo, la squadra di Leo si chiama Orsa e il suo numero era il 9». Così ha aperto la rubrica alla Domenica sportiva Gianfelice Facchetti nell’ultima puntata dedicata a Leonardo Gritti ( foto), il trevigliese che dal 2012, dopo aver subìto un infarto, è ricoverato nel reparto di stati vegetativi nella Rsa di Capriate. Gianfelice con Gritti ha condiviso l’inizio della carriera da calciatore. «Eravamo ai Salesiani di Treviglio — racconta il figlio di Giacinto —. Poi ci siamo trovati nel Leffe e siamo diventati amici. Era il 1992 e quell’anno abbiamo vinto il titolo italiano Berretti. Alle trasferte ci portava il papà di Leo in auto e poi lui stesso quando ha preso la patente. Fu uno degli anni più belli della mia vita poi le nostre strade si divisero e la mia ha preso la via del teatro». Proprio con il teatro Gianfelice è tornato a incontrare Leo portando l’ultimo spettacolo, sullo scudetto del ‘44 conquistato dallo Spezia, alla Rsa Cerruti. È in quell’occasione che Facchetti vede la stanza multisensoriale realizzata con lo sforzo dell’associazione delle famiglie dei degenti. «Lì ho pensato che sarebbe stato bello raccontare la storia di Leo — dice — e fargli rivedere i suoi gol. Anche calcisticamente non è stato fortunato per gli infortuni, la carriera è sfumata ma ha avuto la forza di reinventarsi: ad Arzago giocava con l’entusiasmo di sempre». Un vecchio filmato con un gol del bomber, raccontato per l’occasione di Riccardo Cucchi, ha chiuso la rubrica. «È per tener viva la memoria — conclude Facchetti — e supportare quelli che si spendono dentro la Rsa,sempre dalla parte della vita, a darsi da fare». Un pensiero che il gruppo Leo9, che sostiene Leonardo, ha molto apprezzato. «Fa sentire a persone come Leo — dice Mirco Campini, anima del gruppo — che il mondo è ancor vicino a loro».