Vernia al naturale da Groove a Fedez
Il comico al Manzoni tra imitazioni e parodie
Qualcuno sostiene che l’essere ingegnere sia una qualità innata. Ascoltando Giovanni Vernia che racconta il suo show «Sotto il vestito: Vernia» — al Manzoni domani — l’impressione è che in effetti sia così. Perché Giovanni, ex ingegnere catapultato con successo nel cabaret, conserva una visione definita e organizzata, in una parola «ingegneristica», anche se ora applicata al mondo dell’entertainer. «Sono fiero di questo show — racconta l’artista genovese con ascendenze meridionali Vernia —: perché si ride davvero per due ore. Probabilmente perché parto da me stesso, persona normale che arriva nel mondo dello spettacolo seguendo l’hobby delle imitazioni. Improvvisamente, da tipo qualunque mi ritrovo a essere fermato per strada dalla gente che mi fotografa. Ecco, nel mio racconto ci sono tutti i disagi dell’essere diventato “famoso per caso“. Inoltre analizzo i trend e le manie che oggi condizionano i comportamenti. E in mezzo alle riflessioni ci sono i personaggi».
Da sempre amante della musica, Vernia è sostenuto sul palco dal pianista Marco Sabiu. «Sabiu è un ottimo musicista — incalza Vernia —: ha diretto a Sanremo e guidato “Rockin’1000“, la formazione rock di oltre mille musicisti. Lo chiamo “one man orchestra“perché da solo produce il suono di un’intera orchestra. Con lui dimostro come diventerebbero molte famose canzoni del passato se venisse applicata la regola imperante oggi del politically correct». Durante la serata è prevista anche una parentesi dance nel segno dell’iconico Jonny Groove (tra i personaggi più amati usciti dalla testa di Vernia). «È un momento che lascia la gente a bocca aperta — racconta soddisfatto il cabarettista e imitatore — perché il pubblico, quasi con trucco da prestigiatore, si ritrova ina- Ingegnere Giovanni Vernia. Sul palco anche il pianista Marco Sabiu
spettatamente coinvolto nella creazione di un pezzo di musica dance». Ad arricchire la locandina, infine, tante imitazioni (cult quella di Fedez) e parodie, ma questa volta senza travestimenti. «Lo show si intitola “Sotto il vestito: Vernia” perché arrivo senza maschere e senza trucco, che sono gli elementi con cui tutti sono abituati a vedermi in tv»,
conclude. «In teatro invece mi piace presentarmi al naturale. Poi, ovvio, nel racconto ci sono le voci e i personaggi. Ma tutto è creato senza travestirsi. Credo che se un personaggio fa ridere, lo fa anche senza maschera. La maschera è più una confezione televisiva, a teatro in realtà non serve».