Corriere della Sera (Bergamo)

Umberto Tozzi: «Viaggio nelle mie radici musicali»

Stasera concerto al Creberg «Tanti sogni e progetti per i quarant’anni di Gloria»

- a pagina 15 Morandi

La voce è il suo marchio distintivo. Un poco roca per troppe sigarette fumate, ma con timbro riconoscib­ile. «E pensare che non mi piaceva — racconta divertito Umberto Tozzi, atteso stasera al Creberg, già sold out —. Mi vergognavo. Sapevo di saper cantare, ma mi interessav­a di più far musica, suonare in una band». Solo con il tempo l’ha accettata, capendo che poteva emozionare. Ne sono la riprova tante canzoni scritte e ancora immortali. Una tra tante «Ti amo», che l’anno scorso ha compiuto 40 anni ed è stata celebrata con «Quarant’anni che Ti Amo» tour. «Non avrei mai immaginato che una canzone potesse varcare i confini di Chiasso, invece è arrivata sino in America — dice, riferendos­i al duetto con Anastacia —. C’è stato un momento in cui la stampa cantautora­le mi accusò di essere un artista di canzonette per l’estate. Ma dopo vent’anni si sono ricreduti. Non sono testi con rima, ma originali e credo che Ti amo sia quella con più originalit­à. Ero veramente io. Sono andato in studio con tre

❞ Successi Mi accusarono di essere un artista di canzonette per l’estate. Ma dopo 20 anni si sono ricreduti

musicisti e ho fatto quello che mi sentivo senza la guida di nessuno. Ed è venuta fuori quella roba lì». Tozzi lavora per sonorità. Non pensa mai a qualcuno quando scrive. «Gloria», per esempio, non è dedicata a una donna con quel nome. «Cerco di trovare dalla musica un suono del testo — spiega —. Quando si crea una musica contiene già l’arrangiame­nto e il testo, che devi cercare. Ma quando trovi la chiave delle parole, che arrivano al volo, quella è la strada da perseguire». Se pensa ai dischi e singoli preferiti non allinea i cavalli di battaglia come Donna amante mia, Io camminerò, Tu, Notte rosa, Gloria, Nell’aria c’è, ma «l’album Il grido, registrato negli anni ‘90 — dice —. È la mia produzione più bella a livello di arrangiame­nti, testi e creatività. Se lo ascolti oggi suona ancora da dio. L’ho realizzato con grandi musicisti come Greg Mathieson. C’era un contesto particolar­e». Tozzi entrerà in scena per sorprender­e e sorprender­si. Attaccherà in modo insolito, proponendo in acustico alcune canzoni poco note, come Tu sei di me, Dimentica Dimentica, altre tratte da Il grido, poi salirà la band e ripercorre­rà le icone musicali della sua carriera. «Voglio spiegare le mie radici musicali», continua. Lui che iniziò a suonare perché «ho trovato per caso una chitarra a casa mia, dimenticat­a da un amico di mio fratello. La appoggiai sulla pancia e sentii una sensazione strana, così imparai i primi accordi sulle Al piano Umberto Tozzi, classe 1952, ha vinto il Festival di Sanremo nel 1987 con «Si può dare di più» canzoni dei Beatles». Suonò per 8 anni come chitarrist­a e poi iniziò a scrivere canzoni. Ed «è iniziata un’altra storia». Che si chiama «Gloria», pronta a festeggiar­e 40 anni l’anno prossimo. Chissà se Tozzi troverà qualcuno che ne realizzi un musical. «Sogni ne ho tanti, vedremo».

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