Corriere della Sera (Bergamo)

Arrivano i pirati

Un allestimen­to «blockbuste­r» per le avventure di «Le Corsaire»

- Valeria Crippa

Un balletto da Mille e una Notte, nell’Oriente turbinoso immaginato da Lord Byron nel 1814 («Di fosco-azzurro mar sui lieti flutti…»). Scalpita «Il Corsaro» alla Scala, e per più motivi. Il debutto di stasera segna l’ingresso storico del celebre titolo nel repertorio del teatro: questa sarà infatti la prima produzione dall’Ottocento, dopo che nel 1826 fu presentata la versione di Giovanni Galzerani (il primo balletto ispirato alla novella in versi «The Corsair» di Byron), cui seguì, nel 1857, quella di Domenico Ronzani. Tra le imprese vittoriose di questo «Corsaro», firmato dalla canadese Anne-Marie Holmes dall’originale di Petipa (e Sergeyev) e premiato con un Emmy Award, ce n’è una di stringente concretezz­a: «Ha salvato dalla bancarotta l’American Ballet Theatre con una serie di sold-out», svela con fierezza l’autrice. Nasce quindi per attrarre e sedurre il pubblico, in barba a qualsiasi pretesa filologica, la versione che Holmes, specialist­a di ballettoni ottocentes­chi della tradizione russa rimontati in tutto il mondo, firmò nel 1997 per il Boston Ballet e che ora approda alla Scala in un allestimen­to nuovo di zecca, disegnato dal Luisa Spinatelli. «Fu la grande Dudinskaja, mia maestra, a consigliar­mi di rimetterlo in scena — racconta Holmes —. L’aveva il Bolshoi ma non lo usava. Ho apportato tagli e modifiche dove c’erano personaggi insignific­anti e lungaggini inutili. I risultati si sono visti: me l’hanno chiesto tutti». Alla Scala, questo «Corsaro» era atteso da una decina d’anni: «Il teatro mi aveva già manifestat­o interesse durante le direzione di Elisabetta Terabust, poi rilanciato da Olivieri», dice ancora Holmes. «Già allora la Spinatelli avrebbe dovuto disegnare scene e costumi». La scenografa milanese torna con gioia alla Scala: «Qui ho fatto la mia gavetta, dividendom­i tra Brera e Piccolo Teatro — racconta —. Per “Corsaro” ho chiesto ai miei pittori di dipingere scene che evochino non solo i colori ma anche i profumi dell’Oriente. Vedrete la prua di un vascello e alcune fughe prospettic­he che approfondi­scono la scena. Ho disegnato 180 costumi». Sul podio dell’orchestra, il francese Patrick Fournillie­r: «È un puzzle di 63 numeri musicali composti da Adam, Pugni, Delibes, Drigo, von Oldenburg. Una rarità che siano stati affiancati compositor­i francesi e italiani tra cui c’era un’accesa rivalità».

Protagonis­ti della «prima» di stasera la coppia di primi ballerini Nicoletta Manni, nei panni di Medora, e Timofej Andrijashe­nko, in quelli di Conrad: entrambi al debutto nel balletto, saranno affiancati da Martina Arduino (Gulnare), Marco Agostino (Lankedem), Mattia Semperboni che sostituisc­e l’infortunat­o Claudio Coviello nel ruolo di Alì, lo schiavo; in scena anche 16 allievi della Scuola di Ballo. Lo spettacolo si potrà vedere nella diretta cinematogr­afica del 16 maggio trasmessa nel circuito «All’Opera» e, in differita televisiva, su Rai 5.

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 ??  ?? Mattia Semperboni sostituisc­e l’infortunat­o primo ballerino Claudio Coviello nel ruolo di Alì Lo schiavo
Mattia Semperboni sostituisc­e l’infortunat­o primo ballerino Claudio Coviello nel ruolo di Alì Lo schiavo

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