Corriere della Sera (Bergamo)

Le prove di Berera: «Io, truffato»

Inchiesta Foppolo La moglie non lavora più agli impianti: «Documenti irregolari, ma i fondi sarebbero arrivati comunque» I 698 mila euro a Hong Kong, il sindaco porta al giudice le mail in cui chiedeva spiegazion­i

- Di Giuliana Ubbiali

L’avvocato del sindaco di Foppolo, Giuseppe Berera, ha prodotto al gip «un fitto carteggio di e-mail» per provare che i soldi finiti a Hong Kong furono una truffa subìta. Ipotesi che la Procura ha già smentito. Ma secondo la difesa lì c’è la prova delle pressanti richieste di spiegazion­i di Berera. Ieri dal gip anche l’ex sindaco di Valleve e la moglie di Berera.

Alle 10.09 arrivano in tribunale tutti e tre insieme. Alle 12.29 escono tutti e tre in fila indiana. Dall’Alta Valle Brembana sono scesi con la stessa scelta in testa: spiegarsi al gip Bianca Maria Bianchi, nell’interrogat­orio di garanzia. Il sindaco (sospeso) di Foppolo Giuseppe Berera e l’ormai ex sindaco di Valleve (commissari­ato) Santo Cattaneo sono agli arresti domiciliar­i. Non c’è stato bisogno di «scorta», avevano il permesso. La moglie di Berera, Roberta Valota, ha l’obbligo di firma dai carabinier­i il giovedì e il sabato.

Negli atti in cui viene ipotizzata l’associazio­ne per delinquere finalizzat­a alla truffa, alla bancarotta, alla turbativa d’asta e a una sfilza di falsi, Berera è ritenuto il «promotore». Sarà un caso, ma anche all’ingresso e all’uscita c’è lui in testa. Jeans, camicia bianca e giacca blu, arriva con il suo avvocato Enrico Pelillo e nella mano destra un plico di fogli piegato a metà. L’ordinanza, forse. Oppure, è possibile, le

❞ La moglie Roberta Valota Ammetto le irregolari­tà dei documenti alla Regione, ma i finanziame­nti sarebbero comunque arrivati con gli stati di avanzament­o delle opere

stampate di una lunga serie di e-mail. Sta in quei fogli la sua difesa sui 698.522 euro della Brembo Super Ski annotati (5o0.000) come pagamento alla Graffer ma in realtà finiti alla Maitland di Hong Kong, al 181 di Queen’s Road. Sono soldi distratti dalla Bss in fallimento, ritiene la Procura, e la fattura è stata usata per ottenere il finanziame­nto dalla Regione. Bancarotta e truffa, le accuse. Sono soldi persi in un investimen­to per recuperare denaro da mettere nella telecabina, è la versione di Berera, omessi nella contabilit­à per la «vergogna» di essere stati truffati. «È tutto documentat­o nelle mail», disse al pm nell’interrogat­orio del 7 febbraio 2017. Sono già agli atti, ma non hanno modifica- to l’ipotesi della Procura. Saranno state già note anche al gip, ma la difesa ieri le ha messe in primo piano. «Abbiamo prodotto un fitto carteggio con i profession­isti che hanno curato l’operazione in cui Berera chiese spiegazion­i sempre più pressanti e arrabbiate», conferma l’avvocato Pelillo. A febbraio, il sindaco di Foppolo parlò di un incontro a Modena, e fece i nomi, di un altro a Firenze con una donna, di cui fece il nome, di una società di Londra, di un certo Alex Coris, e di un passaggio in banca a Montecarlo. A verbale: «Il direttore ci dice che in dieci giorni avrebbero erogato 12 milioni a patto che avessimo comprato una società a Londra. Facciamo il bonifico ma quando andiamo a Montecarlo per firmare le carte, il direttore non c’è più».

Secondo la Procura la versione non regge: non sono emersi contatti commercial­i tra La Bss e la Maitland, Alex Coris non è stato identifica­to, Berera non ha denunciato nessuno per truffa e nell’interrogat­orio nascose che oltre ai 500.000 euro della falsa fattura (della Graffer di Sergio

Lima) a Hong Kong finirono altri 139.082 euro. Le mail portate ieri non sono solo del sindaco di Foppolo ma anche, per esempio, della referente di Firenze che ad uno dei profession­isti coinvolti nell’operazione fa presente le lamentele di «Giuseppe» che voleva sapere dell’investimen­to: «Mi ha chiamato tre volte».

Mentre Berera parla al giudice, Santo Cattaneo e Roberta Valota stanno seduti uno accanto all’altra sulle seggiole di ecopelle nel corridoio del secondo piano. «Eh sì, ho l’obbligo di firma», gli dice lei. Berera termina alle 11.30, pausa caffè - acqua con l’avvocato al distributo­re automatico al piano terra del tribunale, poi dal giudice entra sua moglie assistita dall’avvocato Andrea Pezzotta. Ha ammesso quello che aveva confessato anche suo marito, cioè le fatture ritoccate inviate alla Regione. Ma non pensava fossero finanziame­nti indebiti «perché sarebbero comunque arrivati con lo stato di avanzament­o dei lavori». Lavorava alla Bss e poi ha lavorato alla Devil Peak di Giacomo Martignon che ha in gestione gli impianti. Fino alla settimana scorsa: contratto scaduto.

È mezzogiorn­o, tocca a Cattaneo, jeans e maglioncin­o azzurro, anche lui assistito da Pelillo. «Il braccio destro di Berera», come lo definisce il gip nell’ordinanza, parla per mezz’ora. Stavolta sulle seggiole stanno Berera e la moglie. Aspettano Cattaneo. Poi via, tutti e tre.

Ora bisognerà vedere se le loro parole alleggerir­anno la misura cautelare: il gip non deciderà prima di lunedì. Luisa Piredda, dipendente del Comune di Foppolo sospesa, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Ha appena nominato il suo avvocato Andrea Locatelli, che deve avere il tempo di mettere la testa sugli atti della bufera.

Lunedì il responso Il giudice che ha firmato l’ordinanza deciderà se modificare le misure cautelari

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A sinistra, le seggiovie bruciate da un rogo doloso a Foppolo, all’inizio di luglio del 2016. L’episodio diede il via all’inchiesta
Le origini A sinistra, le seggiovie bruciate da un rogo doloso a Foppolo, all’inizio di luglio del 2016. L’episodio diede il via all’inchiesta
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