«Avanti per Beppe» Ma in Comune arrivano le prime dimissioni
FOPPOLO IL VICE E IL «RIBELLE»
Le sue dimissioni fanno più rumore di quelle di tutto il Consiglio comunale di Valleve. Giuseppe «Beppe» Carletti le ha inviate in Comune a Foppolo nel tardo pomeriggio di ieri. Con una Pec. «Era ora di dire basta — afferma —. La mia non è una fuga e non voglio mettere in difficoltà il mio paese né in croce il sindaco. Ma per quanto mi riguarda andare avanti così non è più opportuno. Che credibilità abbiamo di fronte alle istituzioni?».
Il passo indietro da consigliere è maturato negli ultimi giorni e definitivamente dopo la riunione, in mattinata, con il gruppo. Opposizione, a Foppolo, non ce n’è. Ora che il sindaco Giuseppe Berera, ai domiciliari, è stato sospeso dalla Prefettura, al comando è subentrato il suo vice Marco Cattaneo, 50 anni, custode condominiale, in amministrazione nemmeno lui ricorda da quanto tempo: «Sicuramente da tre mandati — dice —. La giustizia farà il suo corso, ma noi abbiamo deciso di tirare fuori la testa e andare avanti. Quel che è stato, è stato. Anche se siamo gli stessi di prima, ripartiamo. Meglio noi, che conosciamo bene il territorio, di un commissario». In Berera ha fiducia. «Mi amareggia quello che è successo — dichiara —. Io sono convinto che Berera abbia fatto tutto per il bene di Foppolo e della valle. È anche, anzi soprattutto, per lui che andiamo avanti. Gli dicevo: “Beppe, vai piano, fai una cosa alla volta”. Il problema è che in passato nessuno ha investito». E adesso? «Speriamo che ci aiutino, settimana prossima incontreremo gli imprenditori Giacomo Martignon e Massimo Moretti, sono l’unica carta che abbiamo per la stazione».
Carletti la conosce bene, la stazione. Ex azzurro di sci alpino, gestisce con moglie e figli la Scuola di sci 90, come l’anno in cui l’ha fondata. «Lunedì avevo parlato con i consiglieri ed ero anch’io del parere di andare avanti. Poi — spiega —, dopo le ultime notizie, mi sono chiesto: è opportuno o non è opportuno? Ci ho ragionato con la mia famiglia e sono arrivato a questa conclusione. Basta. Credono che con un commissario tutto finisca. Io non lo vedrei come un ostacolo, ma come un’opportunità per tirare una riga col passato e avere maggiori garanzie anche rispetto alla riapertura degli impianti. Come è stato in altri Comuni che sono stati messi in condizioni di amministrare meglio».