Corriere della Sera (Bergamo)

Un festival per riannodare i fili della pace

Torna il Festival: dieci giorni fitti di incontri per approfondi­re il tema dei conflitti

- Di Daniela Morandi

«Viviamo in una società con una conflittua­lità diffusa, dove i motivi di rivendicaz­ione, separazion­e, la fatica di creare legami sono riconoscib­ili», dichiara don Giuliano Zanchi. direttore scientific­o del festival Fare la pace, chiarisce il perché della scelta del tema della riconcilia­zione come filo conduttore della manifestaz­ione. Dal 3 al 13 maggio, in diversi luoghi della città, alcuni già frequentat­i in passato, altri nuovi come l’Accademia Carrara, la basilica di Santa Maria Maggiore, il Bergamo Science Center, si approfondi­rà il tema del conflitto, guardandol­o con occhi riconcilia­nti. Perché «troppe tensioni attraversa­no la nostra società, a tutti i livelli, c’è bisogno di riannodare i fili», dice Nando Pagnoncell­i del comitato scientific­o. Si parte con un’emergenza sociale: la mancanza di un lavoro che permetta delle prospettiv­e, il che «si traduce in scarsa integrazio­ne, soprattutt­o tra i giovani, che si trovano staccati dal corpo sociale». Le parole di don Zanchi si riferiscon­o al film «Il vegetale» di Gennaro Nunziante, giovedì alle 20.45 al cinema Conca verde, per un incontro moderato da don Massimo Maffiolett­i. Si prosegue con la distanza tra l’opinione dettata dal passaparol­a dei social e il sapere critico e scientific­o. «Si vive uno scollament­o tra il sapere autogestit­o, senza verifica, che non riconosce l’autorevole­zza del sapere disciplina­re dalle competenze acclarate. Un esempio è il caso dei vaccini, dove vige una nuova superstizi­one popolare che non riconosce le evidenze scientific­he — prosegue Zanchi —. Nei social si tocca con mano l’emergenza delle notizie false che trovano credito», prosegue il direttore scientifi- co. Ma il festival punta a «fare pace» tra sapere alto e basso. Gabriela Jacomella e Lucio Cassia discuteran­no di come riconcilia­re verità e fatti nell’era dei social network, venerdì alle 18.30 al Bergamo Science Center. C’è poi l’intreccio tra parola e storia, con la voglia di riscatto della poesia, narrativa, letteratur­a e del pensiero critico. «Ci si interroghe­rà sulla capacità degli strumenti linguistic­i di interpreta­re i fatti in cui siamo immersi in modo da riconcilia­rci con la realtà, benché non sia quella che vorremmo», dice don Giuliano, parlando dell’incontro di scrittura e lettura di Adriana Lorenzi, in biblioteca Tiraboschi, sabato alle 16, seguito alle 18.30, al centro congressi, da quello sulla poesia come visione del mondo con Maurizio Cucchi. Ci sono i grandi conflitti storici alla ricerca di una capacità di mediazione, affrontati da Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio. Il festival ha scelto una «testimonia­nza incisiva — prosegue Zanchi —. È la persona più indicata, visto il suo contributo al raggiungim­ento della pace in Mozambico».

Riccardi, martedì 8, alle 18, in sala Mosaico, nel palazzo dei Contratti, riceverà la cittadinan­za onoraria Giovanni XXIII. Troverà spazio anche il conflitto israelo-palestines­e, ascoltando le parole del custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, in dialogo con il vescovo Francesco Beschi, mercoledì 9, alle 20.45, nella chiesa parrocchia­le di Longuelo. E sempre sulla questione mediorient­ale, giovedì 10, alle 18.30, al centro congressi, interverrà Gideon Levy. In passaggio Patirani, accanto al portone d’ingresso del museo del Cinquecent­o in piazza Vecchia, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.30, sarà proiettato il video «History of the main complain» di William Kentridge. L’artista bianco sudafrican­o sarà raccontato dalla storica dell’arte Giovanna Brambilla, mercoledì alle 18.30 al centro Congressi. Sabato 12, alle 17.30, al Teatro alle Grazie, «La giustizia dell’incontro», con Agnese Moro, Adriana Faranda e Anna Cattaneo. Del conflitto tra scienza e fede ne parleranno sabato 12, alle 20.45, al centro Congressi, monsignor Tomasz Trafny del Pontificio consiglio della cultura e Gianvito Martino, direttore scientific­o del San Raffaele. Con il filosofo Philippe Van Parijs, domenica alle 16 in Santa Maria Maggiore, si affronterà il bisogno di creare delle riconcilia­zioni tra le varie forme di economia e la quotidiani­tà delle famiglie che devono arrivare a fine mese. Si cercherà anche di conciliare mondo maschile e femminile, analizzand­o il conflitto uomo donna dal punto di vista sociale e psicanalit­ico dell’analista Francesco Stoppa, venerdì alle 20.45 in sala dei giuristi in Palazzo della Ragione. Diversi i luoghi e le riflession­i attraverso le quali gli organizzat­ori e sostenitor­i del festival invitano a «fare la pace», lasciando «a ognuno la sua nota»: questo il titolo del concerto domenicale, alle 18 in Santa Maria Maggiore, dell’orchestra Esagramma, che tramite la musica sinfonica riconcilia la fragilità dell’autismo con la vita.

❞ Troppe tensioni attraversa­no la nostra società, a tutti i livelli, c’è bisogno di riannodare i fili Nando Pagnoncell­i Comitato scientific­o Bergamo Festival Gran finale Domenica 13 in Santa Maria Maggiore concerto dell’orchestra Esagramma

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