Stadio, il Tar dà ragione all’Atalanta
Nessun ostacolo alla cessione e al cantiere che trasformerà il vecchio Comunale nella nuova Gewiss Arena, in attesa dell’accordo economico da trovare con il patron Bosatelli. Si è pronunciato il Tar in merito al ricorso dell’AlbinoLeffe sul bando di vendita dell’impianto. Respingendolo e dando ragione a Comune e Atalanta, che potrà cominciare l’opera di restyling dall’anno prossimo. «La sentenza ci soddisfa e conferma la bontà del lavoro fatto in questi anni, nella sostanza e nelle procedure», è il commento dell’assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini.
«È opinione del Collegio che, posta l’assenza di specifici obblighi in capo al Comune (di Bergamo ndr) di garantire in perpetuo alla ricorrente (all’AlbinoLeffe ndr) la disponibilità di un impianto sportivo, vi sono plurime opportunità nelle zone territoriali limitrofe a distanze ragionevoli, oltre naturalmente all’opzione di continuare a giocare presso l’attuale impianto previo raggiungimento di un’intesa con la nuova proprietà (cioè l’Atalanta ndr)». Tradotto: il Comune non vi può garantire il diritto perpetuo di giocare allo stadio di Bergamo e se con l’Atalanta non andrete d’accordo, potrete farlo su altri campi (Gorgonzola, Monza, Crema o Alzano). Ad indicare i diversi impianti, con relativa capienza, in cui l’AlbinoLeffe potrebbe andare a giocare, a partire dal campionato 2019-2020, sono stati loro, i giudici del Tar di Brescia che, nella lunga sentenza depositata ieri, hanno messo la parola fine sul ricorso della società seriana sulla vendita dello stadio. Ricorso respinto e condanna a corrispondere le spese a Comune e Atalanta (3.500 euro). I giudici mettono una pietra sulla querelle giudiziaria, dopo che già lo scorso agosto il Tar si era pronunciato sulla richiesta di sospensiva dell’esecutività del bando, respingendone il ricorso. Il bando era stato contestato con tutta una serie di «doglianze», a partire dal tema della capienza, indicate dall’AlbinoLeffe in una molteplicità di aspetti: dalla pari dignità delle due squadre ai profili urbanistici dell’alienazione del complesso, ai termini di utilizzo dell’impianto fino al 30 giugno 2019. «Un termine troppo esiguo per trovare un’alternativa — era stato il rilievo dei legali della società seriana —, di anni ne servirebbero almeno cinque». Alternative ce ne sono, tanto che i giudici le hanno messe nero su bianco così come ad uno ad uno hanno smontato le varie tesi dei seriani, sottolineando tra l’altro l’oggettiva differenza di peso specifico e di storia delle due società e dando ragione al Comune nella decisione di «sdemanializzare» il bene. «Una sentenza che ci soddisfa perché conferma la bontà del lavoro fatto in questi anni, nella sostanza e nelle procedure», dice l’assessore alla Riqualificazione Urbana Francesco Valesini. «Possiamo ora concentrare ogni energia sulla trasformazione della struttura nel moderno stadio che tifosi e città meritano e attendono da ormai troppo tempo», scrive l’Atalanta sul suo sito. Chiusa la partita legale si apre quella del cantiere, con l’avvio del quale, lo stadio prenderà il nome di Gewiss Arena. L’accordo per l’intitolazione non è ancora definito nei dettagli tra Percassi e Domenico Bosatelli, ma c’è. L’industriale bergamasco pare si sia fatto avanti in prima persona per garantirsi un contrattone pluriennale. Una sponsorizzazione di questo tipo potrebbe partire da mezzo milione a stagione. Battesimo con il nuovo nome al primo colpo di ruspa.