Curno, esproprio salato: 630 mila euro
Il Comune condannato a pagare per una strada del ‘91. Bilancio 2018 ingessato
Ventisette anni dopo arriva il conto di un esproprio mai perfezionato, e per il Comune di Curno sono guai seri. L’amministrazione è condannata a pagare 630 mila euro al proprietario di terreni su cui venne realizzata nel 1991 la strada che conduce al centro commerciale. L’impatto sui conti del 2018 è pesante: bloccate una serie di opere pubbliche in programma da tempo. «Ora cercheremo i responsabili per ottenere un risarcimento», dice il sindaco Luisa Gamba.
Un esproprio mai perfezionato per la strada del centro commerciale, 27 anni dopo la costruzione, costa carissima al Comune di Curno. Il 28 febbraio il tribunale civile ha condannato il municipio a rifondere ai possessori dei terreni dove ora sorge via Fermi ben 630 mila euro. Cifra pesante per un paese di 7.500 abitanti che ora dovrà tirare la cinghia e rimettere nel cassetto opere attese da tempo.
La storia inizia nel 1991 quando in occasione della realizzazione del centro commerciale il Comune decide allargamento e prolungamento di via Fermi occupando aree private, senza però procedere correttamente all’esproprio per pubblica utilità. Tecnicamente si dice che l’esproprio non è stato perfezionato. In pratica quando scadono i termini, nel 2002 i tre proprietari possono avviare cause civili per ottenere un risarcimento. La prima arriva a conclusione nel 2011, con un accordo guidato dal giudice, e il Comune limita i danni e chiude la partita
versando 160 mila euro. Per lo stesso valore si raggiunge un accordo anche con il secondo proprietario. Qui le cose vanno meglio perché il Comune riesce a saldarlo assegnandogli
diritti edificatori su altri terreni. Non c’è stato verso invece di arrivare a chiudere la terza causa. «È stato davvero un brutto colpo — spiega il sindaco Luisa Gamba —, per una causa nata 27 anni fa avremo l’attività amministrativa del 2018 quasi bloccata. La cifra è importante ma per Curno non sarebbe un problema. Siamo un Comune virtuoso con un avanzo di amministrazione di quasi 5 milioni nel fondo rischi, ma questi soldi non li possiamo toccare per le regole di finanza pubblica. Dobbiamo ricorrere alle entrate del 2018».
Nella sfortuna però le casse sono piene perché a gennaio la Brembo ha versato 580 mila euro di oneri per l’allargamento dello stabilimento. Soldi destinati a opere pubbliche da tempo attese che invece dovranno attendere: dalla rotatoria in via Lecco (zona Marigolda) alla passerella sul Quisa. Rimarrà ferma anche la rotatoria in via Carlinga per mettere in sicurezza gli studenti dell’istituto superiore. «Dovranno restare bloccate — precisa la Gamba — fino al momento in cui non incasseremo altri oneri in conto capitale».
Il primo cittadino però non si arrende: «Stiamo valutando se fare ricorso in appello — dice — e in parallelo cercheremo con la controparte un accordo per chiudere la vicenda. Non ci fermeremo invece nella ricerca dei responsabili: è dovuta una segnalazione alla Corte dei conti e poi cercheremo di trovare chi ha tratto vantaggio da questa vicenda per chiedere un risarcimento del danno».
La strada contesa Costruita per il centro commerciale senza perfezionare gli espropri ai privati