Bazoli: così accerteranno la mia massima correttezza
Nessun contraccolpo in Borsa. Jannone: la sentenza cambia la storia economica di Bergamo
«Decisione prevedibile visti i limiti propri dell’udienza preliminare. Il dibattimento è certamente la sede più adeguata per accertare che l’intero impegno da me dedicato alla nascita della banca è stato improntato nella massima correttezza e trasparenza». Così Giovanni Bazoli (foto), presidente emerito di Intesa Sanpaolo, riguardo al rinvio a giudizio.
Il titolo non flette, anzi chiude in terreno positivo dello 0,07% a 4,273 euro. I mercati pensano ad altro e Ubi pensa a fare la banca, anche quando nel mezzo del pomeriggio arriva la notizia della decisione del Gup. A Milano è in corso il Consiglio di Gestione che vede presente l’a.d. Victor Massiah. Il suo rientro, dopo un problema di salute, viene letto come segno di grande forza a cui guardare. Fisica, ma non solo. Subito dopo, scatta il Consiglio di Sorveglianza, con il presidente Andrea Moltrasio in audiocollegamento dall’estero.
Nessun commento personale da parte dei singoli, parlerà la banca con un comunicato che, infatti, arriva alle 18 e che riprende nelle ultime righe proprio questo concetto chiave: «Tutti continueranno a svolgere le loro funzioni e a fornire ogni giorno il massimo sforzo di assistenza ai propri clienti, ai territori e alle istituzioni, consapevoli del ruolo chiave che l’Istituto svolge nel sistema Paese». Non manca, però, in premessa il «rammarico per la decisione»
unito ad una certezza. Quella che «il dibattimento, entrando nel merito, dimostrerà l’infondatezza delle accuse rivolte all’ente e ai propri esponenti, ritenendo che non vi sia stato alcun ostacolo alla Vigilanza, alcun patto occulto, alcuna omissione informativa, alcuna influenza nel determinare la maggioranza assembleare». Si andrà a processo
«per trovare al contrario — annota ancora Ubi — il costante e scrupoloso rispetto di leggi e regolamenti, l’adozione di regole rigorose di governance e la trasparenza di condotta». E qualcosa di deciso in tal senso c’è già: «L’assenza di un qualsivoglia occultamento dell’assetto di governance di Ubi è già stato confermato dalla sentenza del
17 maggio 2017 della Corte di Appello di Brescia, che ha annullato le sanzioni amministrative inflitte da Consob, confermando l’insussistenza dei fatti contestati», chiude la banca.
Difficile sperare di raccogliere qualche commento dalla viva voce dei protagonisti. I telefoni squillano a vuoto, le segretarie degli studi professionali filtrano, anche se, a rompere questa cortina di silenzio che avvolge un pò tutti, avvocati compresi, ci pensa il professor Giovanni Bazoli con una breve nota scritta. «Prendo atto della decisione, che era prevedibile in considerazione dei limiti propri dell’udienza preliminare. Il dibattimento sarà certamente la sede più adeguata per accertare che l’intero impegno da me dedicato alla nascita e all’avvio di Ubi è stato improntato alla massima correttezza e trasparenza». Sulla sede processuale, va con il pensiero anche l’avvocato Roberto Bruni, difensore di Italo Lucchini che si prefigura la scena: «Ci ritroveremo ancora tutti il prossimo 25 luglio. Ricominciamo, insomma anche se speravo in un esito diverso, in considerazione dello spazio che è stato concesso alle difese. Il non luogo a procedere, insomma, ci poteva stare. Il processo servirà per ristabilire la verità; essere rinviati a giudizio, infatti, non è assolutamente sinonimo di colpevolezza. Siamo convinti delle nostre buone ragioni e affronteremo con la massima serenità un processo che sarà lungo e complesso. Ma ripeto, lo faremo, con la massima serenità». «Va bene anche così ,se il giudice avesse emesso una sentenza di non luogo a procedere, il pm avrebbe impugnato e avremmo probabilmente affrontato un processo di appello», gli fa eco l’avvocato Pietro Biancato, difensore di Rossano Breno. L’ex numero uno della Cdo è in viaggio e taglia corto: «Sono stato avvisato dal mio legale, non ho nulla da aggiungere». Infine il commento di Giorgio Jannone: «Non è mai un piacere che persone che si conoscono vadano a processo. Ma esprimo soddisfazione per una vicenda lunga, laboriosa, costosa anche sotto il profilo umano e
La nota dell’istituto «Dimostreremo l’adozione di regole rigorose per la governance e la trasparenza di condotta»
professionale. Non posso dimenticare che cosa abbiano subìto le mie aziende: per questa vicenda non hanno ricevuto un euro dalle banche. Questa sentenza cambia la storia economica di Bergamo e del nostro Paese in considerazione della caratura dei personaggi coinvolti».