Tutti a casa: fine dell’era Berera
Ora non è più possibile un dietrofront del sindaco Berera nei 20 giorni
Foppolo, dimessi sindaco e consiglieri. In campo la Prefettura.
Una (improbabile) retromarcia del sindaco di Foppolo Giuseppe Berera non è più possibile. Le sue dimissioni, annunciate mercoledì al vicesindaco Marco Cattaneo, ieri mattina sono arrivate in Comune tramite pec inviata dal suo avvocato Enrico Pelillo. Prima di diventare effettive, sarebbero trascorsi venti giorni. Berera avrebbe potuto cambiare idea, anche se la mossa sarebbe stata azzardata con il Riesame sugli arresti domiciliari l’8 maggio.
In realtà il discorso è superato dalle dimissioni degli ultimi cinque consiglieri che erano rimasti sulla zattera del Comune, dopo quelle a catena di Giuseppe Carletti, Fulvio Berera, Samanta Berera e Paolo Berera. Le hanno rassegnate il vicesindaco Cattaneo, che aveva tenuto il timone da quando la Prefettura ha sospeso Giuseppe Berera, Paolo Frassoni, Pietro Mainetti, Ilaria Invernizzi e Fausto Carletti.A metà pomeriggio sono arrivate alla Prefettura, che oggi avvierà la procedura dello scioglimento del consiglio comunale e nominerà il commissario che guiderà Foppolo fino alle elezioni del prossimo anno. A Valleve, dove l’amministrazione se n’è andata subito dopo l’arresto del sindaco Santo Cattaneo (ai domiciliari), c’è Andrea Iannotta, che già traghettò Carona in piena inchiesta. A Foppolo probabilmente andrà il commissario Letterio Porto, già a Oltre il Colle. Per il vice Cattaneo il commissariamento è a metà tra la delusione e il sollievo: «Era una perdita di tempo aspettare i venti giorni perché diventassero effettive le dimissioni del sindaco, quindi abbiamo preso questa decisione. Dopo le prime dimissioni dei consiglieri ero un po’ titubante, ma così si volta pagina e diamo un segnale di cambiamento anche all’opinione pubblica». Su questo argomento i cinque consiglieri hanno dibattuto: «Qualcuno diceva che non si doveva ascoltare la gente e bisognava andare avanti, ma io ero già dell’idea che rimasti così pochi non aveva senso continuare».
A livello giudiziario bisognerà vedere se l’8 maggio le dimissioni avranno un peso. Il pm discuterà l’appello con cui ha chiesto il carcere per i due sindaci e per l’imprenditore Sergio Lima (ora senza misura), i domiciliari per il segretario comunale Saverio De Vuono (ora senza misura) e l’impiegata (sospesa) Luisa Piredda. Sono indagati nell’inchiesta partita dal rogo delle seggiovie e arrivata a ipotizzare un’associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta, alla turbativa d’asta e alla truffa. Nello stesso giorno, l’avvocato Pelillo discuterà la sua istanza di revoca dei domiciliari.