Corriere della Sera (Bergamo)

Atalanta, bilancio da scudetto: 27 milioni di utili

Europa League e mercato spingono i conti

- Di Donatella Tiraboschi

Un utile da 26,7 milioni di euro. È un bilancio da record quello presentato ieri dall’Atalanta Bergamasca Calcio. Soprattutt­o se considerat­o il risultato dell’esercizio 2016 che si era chiuso sempre in positivo, ma di «appena» 260 mila euro (mentre nel 2015 si era verificata una perdita di 1,9 milioni). Il balzo in avanti del club nerazzurro è dovuto all’aumento dei diritti televisivi e alla partecipaz­ione dell’Europa League che ha portato in dote, grazie agli ottimi risultati, un tesoretto di circa dieci milioni di euro. A un forte incremento del valore di produzione (quasi raddoppiat­o, passando dagli 83 ai 150 milioni) non si è verificato un forte aumento dei costi. La società mette mano al portafogli­o soprattutt­o per gli stipendi dei suoi dipendenti che sono passati dai 41,1 milioni del 2016 ai 53,6 del 2017. Con un aumento degli stipendi dei soli giocatori di quasi otto milioni.

Se non sarà il migliore della Serie A — ma poco ci manca — di sicuro è il migliore di tutta la sua storia. Un bilancio record, un utile netto stratosfer­ico che sfiora i 27 milioni di euro (e che insegue i 42,6 milioni fatti segnare lo scorso anno dalla Juventus), un patrimonio netto che schizza da 8 milioni a quasi 35 con tutti gli indicatori all’insù. L’equazione che si evidenzia, leggendo tra le righe e senza patemi d’animo le relazioni di bilancio, è sempliciss­ima; bei risultati sportivi più plusvalenz­e azzeccate fratto una gestione oculata (firmata dall’a.d. Luca Percassi) danno un prodotto che ha spinto i conti ben oltre le colonne d’Ercole di un’atavica, storica sufficienz­a. Il segno rosso o anche solo quei 260 mila euro di utile dello scorso anno fanno parte di una finanza nerazzurra che pare definitiva­mente in soffitta.

I numeri dicono che un nuova era è iniziata, l’era della serenità la definisce il presidente Antonio Percassi che fa presente l’agenda societaria degli investimen­ti: «Oltre al consolidam­ento dell’organico della prima squadra e al rafforzame­nto del settore giovanile, anche l’acquisizio­ne dello Stadio e l’ampliament­o del Centro Sportivo Bortolotti». Ma ancora e più di tutto, è il bilancio che chiarisce, che arriva ad esemplific­are la politica della Percassi family dove tutti gli elementi in campo contribuis­cono alla circolarit­à finanziari­a dell’impresa. Perché l’Atalanta è sì amore per i colori che rappresent­a, ma pur sempre un’azienda fatta di ricavi e costi. Il valore della produzione è quasi raddoppiat­o, passando in un anno da 83 milioni a quasi 150. E tanto basterebbe. D’accordo le plusvalenz­e incidono (ne parliamo a parte), ma c’è anche altro. A cominciare dal primo dato sensibile, ovvero il botteghino che tra abbonament­i, biglietti ha totalizzat­o 7 milioni e 300 mila (2 milioni e 200 mila euro in più rispetto ad un anno fa), di cui 736 mila euro riferibili allo sbiglietta­mento europeo che ritorna anche con quasi 9 milioni di euro di ricavi dovuti ai risultati della squadra. A conti fatti l’Europa ha fruttato 10 milioni di euro, mica patatine. Come ne hanno portati nelle casse 24 milioni in più rispetto allo scorso anno i diritti televisivi, ormai a 47 milioni di euro. E anche se il conteggio comprende un risconto passivo, ovvero un ricavo anticipato di 9 milioni e mezzo sulla seconda parte del 2018, resta un cifrone pazzesco.

Pure gli sponsor crescono da 11 a 14 milioni (con un unico neo, e cioè il credito di 1 milione e 400 mila euro che difficilme­nte verrà recuperato dall’ex sponsor Suisse Gas). E il bello, in tutto questo, è che i costi generali si sono alzati di pochissimo, cioè non in modo esponenzia­le rispetto ai ricavi. Per dire: il monte stipendi dei tesserati è passato da 31 milioni a 41: ai calciatori 8 milioni in più — da 27 milioni 600 mila a 35 milioni 500 mila —, ai tecnici 1 milione e 800 mila in più, da 3 milioni e mezzo a 5 milioni e 300 mila. Si mantengono in linea anche i costi per le materie prime, ad eccezione delle divise (Atalanta ha speso per le maglie 730 mila euro contro i 387 dell’anno precedente), mentre tra i costi per servizi — circa 16 milioni e mezzo — rivestono sempre un certo ruolo i compensi

«Trasferte» L’affitto del Mapei Stadium, per gli incontri di Europa League, è di 200 mila euro

agli agenti dei calciatori: l’incidenza è di 5 milioni di euro contro i 3 e mezzo del 2016. Sempre in questa composita voce rientrano anche i costi per gli impianti sportivi: tolto il canone per lo stadio comunale, al Mapei di Reggio Emilia dovrebbe essere stato riconosciu­to un «disturbo» per l’affitto dell’avventura europea di circa 200 mila euro. A proposito di impianti. Se l’operazione stadio è in carico alla controllat­a Bergamo stadio srl — al 100% di Atalanta — a Zingonia è previsto un investimen­to di 7 milioni per la realizzazi­one di una palazzina per il vivaio e due nuovi campi a 11 in erba sintetica.

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Il Papu Gomez ha un contratto con l’Atalanta fino al giugno 2022
Capitano Il Papu Gomez ha un contratto con l’Atalanta fino al giugno 2022

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