Itema, colpo di scena Salta lo sbarco in Borsa
Il Cda «valutate le condizioni di mercato» ha deciso di non proseguire con la quotazione, prevista per mercoledì
Sfuma in dirittura d’arrivo lo sbarco in Borsa di Itema, società meccanotessile di Colzate che fa capo alla Società Elettrica Radici Spa e a Tam Srl. Il Cda, al termine del road show nelle principali capitali finanziarie europee, «valutate le condizioni di mercato», ha deciso di non proseguire con la quotazione, prevista per mercoledì.
Sfuma in dirittura d’arrivo lo sbarco in Borsa di Itema, la società meccanotessile di Colzate che fa capo alla Società Elettrica Radici Spa degli eredi di Gianni Radici (60% del capitale) e Tam Srl delle famiglie Arizzi e Torri (40%). Ieri sera, al termine del road show nelle capitali finanziarie europee, il consiglio d’amministrazione ha tirato le somme e «valutate le condizioni di mercato», come viene spiegato in un laconico comunicato, ha deciso di non proseguire con l’operazione di quotazione sul mercato telematico della Borsa Italiana e quindi di ritirare l’offerta di vendita e sottoscrizione delle azioni.
Oggi, secondo il programma iniziale, avrebbe dovuto essere fissato il prezzo dell’offerta, all’interno di una forchetta indicativa di 3,15-4,15 euro per azione, per una valorizzazione della società tra i 201,6 e i 265,6 milioni. Il collocamento coordinato da Imi, Credit Suisse e Banca Akros, con Ubi Banca come co-lead manager, era rivolto esclusivamente agli investitori istituzionali: la scelta di non rivolgersi inizialmente a risparmiatori retail è stata presa in quanto la conoscenza di un prodotto come il telaio era stata ritenuta tipicamente di un mercato business. Si può ipotizzare che la risposta dei potenziali acquirenti non sia stata ritenuta sufficiente per valore e quantità ad assicurare una quotazione di successo e dall’altro che si sia creata una situazione di turbolenza del mercato che non crea le condizioni ideali per il debutto, previsto per mercoledì.
Adesso il piano torna nel cassetto. Già in passato la soscietà aveva pensato alla Borsa, ma questa volta il progetto era particolarmente avanzato. Il Ceo Carlo Rogora, la scorsa settimana, aveva sostenuto«che questo era il momento giusto per il grande salto» e che dai primi incontri con gli investitori c’era stata un’accoglienza positiva «per un progetto industriale ritenuto solido». Le risorse della quotazione provenienti da un aumento di capitale (una parte derivava dalla vendita di azioni dei soci attuali) avrebbero dovuto essere destinate a finanziare acquisizioni. Alla resa dei conti il mercato evidentemente non si è mostrato pronto.. Questo almeno ora; in futuro non si sa,