«La Cassa rurale fuori dalla crisi» «Ma l’utile è poco»
Il presidente e la sfida degli indipendenti
Ridimensionata nel numero delle filiali, dimagrita nei bilanci ma più digitale e ancora autonoma. La Cassa rurale di Treviglio emerge così dagli ultimi tre anni. Domenica si terrà la 124esima assemblea dei soci, la prima con un ritorno all’utile (596mila euro) dopo anni di profondo rosso per il peso delle sofferenze. Anni burrascosi iniziati con l’uscita di scena dell’uomo simbolo dell’istituto di credito, il vecchio presidente Gianfranco Bonacina, e in cui sembrava segnata la strada di una fusione obbligata con un consorella più solida.
«Usciamo dalla crisi con una Cassa rurale molto diversa — dice Giovanni Grazioli, presidente da 3 anni — è cambiata la struttura organizzativa, più snella. È cambiata la struttura dei costi. Abbiamo 8 filiali in meno e due sono virtuali. C’è stato lo spostamento dell’attenzione dallo sportello alla consulenza che ha fatto crescere la raccolta indiretta del 20%, e abbiamo puntato sulla digitalizzazione: dei nostri 50 mila clienti oggi 20 mila hanno conti online». Un dimagrimento anche negli impieghi, scesi da 1.520 milioni del 2016 ai 1.410 del 2017: «Quasi obbligato e naturale — spiega Grazioli — dopo che tra il 2009 e il 2014 la banca raddoppiò gli impieghi per sostenere le aziende contro la crisi». Da lì vennero i problemi dei crediti deteriorati. Il 2017 tra i segnali positivi ha portato anche una riduzione delle sofferenze, la prima da 7 anni: passano da 165,82 a 164,83 milioni. «Nel 2017 però la banca ha fatto 88 milioni di nuovi finanziamenti — dice Grazioli — di cui 15 per mutui prima casa alle famiglie».
Dinamiche che insieme al rafforzamento dei fondi propri (da 138 a 150 milioni di euro grazie a un prestito della capogruppo), ha permesso di aumentare l’indice di solidità dal 12,04% al 14,43% e far crescere la copertura delle sofferenze dal 45 al 48% anche se il fondo riserve quantitativamente diminuiva. «Il cambiamento è stata una scelta necessaria — precisa Grazioli — abbiamo affrontato questo percorso nonostante fosse difficile da sostenere».
I dissensi più pesanti sembrano placati. Domenica, nell’assemblea che dovrebbe rinnovargli l’incarico di consigliere, Grazioli non si troverà a fronteggiare cordate avversarie (accadde tre anni fa). Di fronte però, a misurare il gradimento, due candidati indipendenti. Ruggero Galli, imprenditore di Offanengo, e il trevigliese Riccardo Rivoltella, professore dell’Oberdan. «Voglio dare rappresentanza al territorio cremasco – dice Galli – in questi anni di tagli le piccole realtà come le nostre sono state sacrificate». Più critico Rivoltella: «Eravamo abituati ai bilanci in rosso — spiega — e un utile da vetrina non cambia di molto la situazione finanziaria».