Ruffini: io, in scena coi ragazzi down I «normali» sono loro
«Le risate in scena con ragazzi down I “normali” sono loro»
Più che uno show è un happening comico, dove il pubblico non è invitato ad assistere, piuttosto a partecipare. Paolo Ruffini non crede nell’esistenza della quarta parete che separa palco e spettatori per il suo «Up & Down», domani alle 21, al Centro congressi Giovanni XXIII, tanto da concedere l’uso di cellulari e la possibilità di scattare foto e girare filmati in libertà. L’evento, a inviti e già sold out, rientra nel cartellone del festival Risorsanziani promosso dalla Cgil.
Il titolo è un gioco di parole: cinque dei sei attori che accompagnano Ruffini, ovvero Andrea Lo Schiavo, Erika Bonura, Giacomo Scarno, Simone Cavaleri e Federico Parlanti, sono affetti dalla sindrome di Down, mentre David Raspi è autistico. Tuttavia, per il conduttore di «Colorado», la loro malattia è la «sindrome di up» poiché possiedono la qualità di saper approfittare della bellezza e della felicità che deriva dalle piccole cose, come un semplice piatto di spaghetti al pomodoro. Al contrario, molti «normali» sono in down, malati di tristezza, poco aperti al sorriso e alla leggerezza o incapaci di saperla accogliere. Lo slogan recita, infatti: «Questo spettacolo parla anche di te, solo che tu ancora non lo sai». I sei ragazzi speciali fanno parte della compagnia livornese Mayor von Frinzius, nata nel 1997 e composta da 90 interpreti, metà dei quali con disabilità psichiche o fisiche.
Ruffini lavora con loro da cinque anni: insieme hanno realizzato «Un grande abbraccio», mentre «Up and Down» è approdato a marzo al Teatro Sistina di Roma e ha registrato il tutto esaurito al Nazionale di Milano, dove è stato replicato. Il copione vede Ruffini alle prese con l’organizzazione di un one man show in grande stile, tra scenografie imponenti, ospiti internazionali, effetti speciali, lustrini e paillettes. I sei ragazzi, improvvisando molto, faranno di tutto per sabotarlo. David è un eccellendelle te cantante e ballerino, Erika una femme fatale che accentrerà l’attenzione su di sé, Simone un ottimo presentatore che gli ruberà la scena. Tra boicottaggi e rocambolesche interruzioni, gli attori faranno irruzione dimostrando di essere molto più abili di lui nelle varie discipline, pur avendo disabilità. Nel varietà sorprese e coinvolgimento alterneranno i momenti divertenti a quelli commoventi. Monologhi e gag dissacranti si svilupperanno per affrontare il significato della parola disabilità. Il messaggio è che siamo tutti diversamente abili e diversi.
I sei attori sono contrattualizzati e stipendiati come veri professionisti. E, alla pari di qualunque altro interprete, si sottopongono a prove estenuanti e, all’occorrenza, alle sgridate del regista.
Senza barriere Domani alle 21 al Centro congressi, nessun divieto di foto e video