Corriere della Sera (Bergamo)

Arnolfo II, un’attualità lunga mille anni Arsago al Seprio «riscopre» il suo vescovo

- Andrea Camurani

Fedele alla sua terra, innamorato della città che lo accolse come guida. Pontiere verso l’oriente, proiettato in Europa senza abbassare la testa nemmeno di fronte all’imperatore. Arnolfo II, vescovo di Milano per vent’anni, morì mille anni fa, il 25 febbraio 1018 e il suo paese d’origine, Arsago Seprio, nel Varesotto, gli rende omaggio con una serie di eventi che hanno fatto avvicinare alla storia medievale la piccola comunità. È nato un comitato, si svolgerann­o convegni e martedì arriverà l’arcivescov­o Mario Delpini. I segni di questo nobile prestatosi a religione e comando sono tangibili: fu Arnolfo a fondare il monastero di San Vittore al Corpo dove oggi sorge il Museo nazionale della Scienza e Tecnologia e c’è chi gli attribuisc­e il testo anonimo De situ civitas Mediolani. Le scuole di Arsago Seprio sono state coinvolte con studi sulla basilica di San Vittore e il Battistero del paese, tra i più importanti complessi romanici della regione. Motore del «Millenario Arnolfiano» è Stefano Venturini, 54 anni, milanese di Porta Vercellina e parroco del paese: «Arnolfo fu una figura emblematic­a: rappresent­ò Milano con grande orgoglio, schierando­si con l’impero nella lotta per la conquista del trono d’Italia e venne accolto come un nuovo Ambrogio quando, inviato dal papa a Costantino­poli, condusse in Italia Zoe, figlia dell’imperatore bizantino promessa sposa di Ottone III, che nel frattempo morì». Da quel viaggio Arnolfo portò un dono: un serpente di bronzo che ancora oggi si può ammirare nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano. Arte San Vittore ad Arsago al Seprio con il Battistero, una delle perle del romanico in Lombardia

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