Corriere della Sera (Bergamo)

Spranghe, posti di blocco e vie blindate Ore di tensione per il corteo anarchico

Trecento persone alla protesta contro Eni. Percorso presidiato da 550 tra poliziotti e carabinier­i Sequestrat­i bastoni e coltelli: 5 denunciati. «Auto rimosse all’Isola, niente multe ai residenti»

- Di Federico Berni e Cesare Giuzzi

Il sabato nero di Milano si risolve poco prima delle 15, quando il corteo degli anarchici «contro Eni e le multinazio­nali» non è ancora neppure partito da piazza Duca d’Aosta. In quei minuti in viale Fulvio Testi la volante del commissari­ato Greco-Turro incrocia una Ford Fiesta grigia con quattro ragazzi e una ragazza a bordo. I poliziotti si insospetti­scono, la seguono e notano che i giovani si voltano più volte. Gli agenti decidono di fermarla in via Lario all’angolo con viale Stelvio.

I giovani sono tutti dell’area anarchica, qualcuno ha precedenti. Tre vengono dalla zona di Trento, uno da Verona e l’ultimo da Genova. Quando la polizia chiede di aprire il bagagliaio si innervosis­cono: dentro ci sono zaini con 27 bastoni di legno di quattro centimetri di diametro, dieci spranghe di ferro, un coltello e spray al peperoncin­o. I ragazzi vengono fermati e portati in Questura.

È in questo momento che davanti alla stazione Centrale, dove nel frattempo si sono radunati 270 anarchici da tutta Italia (milanesi di Panetteria occupata e Cox18) tutto cambia. Non solo per la massiccia presenza di forze dell’ordine decisa dal prefetto Luciana Lamorgese e dal questore Marcello Cardona, con misure di sicurezza mai viste prima: negozi chiusi e auto rimosse dalle vie del corteo. Ma anche perché il fermo dei cinque militanti ha cambiato i piani degli anarchici, che certamente avevano organizzat­o alcune «azioni mirate» contro obiettivi «sensibili». In particolar­e contro il distributo­re Eni proprio davanti al palazzo della Regione di via Galvani. Così il corteo che doveva partire alle 15 viene posticipat­o. Alla fine la manifestaz­ione prende il via alle 17.10: più di due ore più tardi, quando ormai i ragazzi sono stati rilasciati dalla Questura con una denuncia a piede libero per possesso di oggetti atti ad offendere. A quel punto però i militanti sono spalle al muro: di fatto gli intenti «pacifici» sono stati sbugiardat­i dal fermo dell’auto carica di bastoni e spranghe. La tensione si risolve quando dagli organizzat­ori arriva la conferma che non ci sarà nessun tentativo di violare le rigide prescrizio­ni della Questura.

Solo al via della manifestaz­ione, davanti all’hotel Gallia, vengono lanciati due fumogeni verso cameramen, fotografi e giornalist­i: «Ve ne dovete andare, siete servi non vi vogliamo». Qualche graffio ma nessuno resta ferito. All’Eni di via Galvani solo scritte con vernici spray, così come alle vetrine delle banche bersagliat­e anche da colla e volantini. Il resto scorre, in un clima blindato e surreale, fino in via Imbonati dove la manifestaz­ione termina quando ormai è sera. Nessun incidente, nessuna devastazio­ne. Un successo di ordine pubblico per il questore Cardona, una pagina positiva per il «sistema milano» che ha permesso agli anarchici di manifestar­e nonostante i timori della vigilia.

Non sono mancati però i disagi per i residenti, che si sono affacciati a finestre e balconi per filmare e fotografar­e il corteo: strade blindate per mezza giornata, negozi chiusi con legno sulle vetrine e serrande abbassate, ma anche auto rimosse tra la notte e la prima mattina. «Non ci saranno multe — ha spiegato il Comune —. Le rimozioni sono state dettate da pericoli di ordine pubblico e senza il dovuto preavviso. I cittadini non pagheranno per il disagio».

Il piano d’azione Imbrattate vetrine di negozi e banche, ma salta il blitz ai distributo­ri di benzina

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 ??  ?? La giornata Dall’alto: i cordoni della polizia lungo il percorso; al centro, i residenti affacciati alle finestre; qui sopra le armi trovate all’interno di un borsone: bastoni, spranghe e coltelli
La giornata Dall’alto: i cordoni della polizia lungo il percorso; al centro, i residenti affacciati alle finestre; qui sopra le armi trovate all’interno di un borsone: bastoni, spranghe e coltelli
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