La rivoluzione dell’impegno
Al Parenti la rassegna «Le joli mai» mescola teatro, poesia e reportage per celebrare lo spirito del ‘68 e l’affermazione della passione civile
Coraggio, partecipazione, denuncia, impegno, solidarietà: sono queste le parole guida che il teatro Franco Parenti sceglie per «Le joli mai», una rassegna che a cinquant’anni dal 1968 s’interroga sulla passione civile che è dentro di noi, in scena nove appuntamenti, dove teatro e informazione sono protagonisti. «Nel ‘68 — esordisce la regista Andrée Ruth Shammah — l’universo si è aperto attorno a noi, tutto ciò che accadeva nei Paesi del Terzo mondo era importante, qui la nostra finestra si apre sull’Africa, il Burkina Faso». Due i titoli in programma. Il primo, in scena da stasera, è «Verso Sankara» di Maurizio Schmidt, uno spettacolo dedicato al «presidente ribelle» Thomas Sankara ucciso nel 1987, un uomo che ha portato avanti istanze scomode, a partire dal rifiuto del neocolonialismo francese. A parlarne c’è Alberto Malanchino, attore italoburkinabé, protagonista di un viaggio alla ricerca delle sue radici e di ciò che è rimasto dello spirito sankarista (fino al 20 maggio, biglietti 23,50 euro).
«E se il Pil al posto di essere in Dollari fosse calcolato in valori come Dignità, Coraggio, Condivisione, i Paesi ricchi e quelli poveri sarebbero gli stessi di oggi?», la giornalista Livia Grossi s’interroga sulla questione con una pagina del suo Giornale Parlato «Ricchi di cosa, poveri di cosa?», un viaggio-inchiesta in Burkina Faso con foto e video interviste di Emiliano Boga, la Presidente ribelle Una scena di «Verso Sankara», da stasera con l’attore italo-burkinabé Alberto Malanchino
musica dal vivo del griot africano Omar Jali Suso, e un aggiornamento sugli attentati avvenuti nel Paese (da domani all’11 maggio, ingresso 10 euro). E a proposito di Pil o meglio di «prodotto interiore lordo», il 12 e 13 maggio un esempio di ricchezza burkinabé, «Senza Sankaara», lo stage di danza afro contemporanea di Irène Tassembédo. A metà maggio si torna in Italia con «Paolo Borsellino Essendo Stato», in scena gli ultimi giorni di vita del magistrato ucciso da Cosa Nostra, nello spettacolo di Ruggero Cappuccio. A seguire la tragedia della Thyssenkrupp con «Acciaio liquido» di Marco Di
Stefano, mentre sul confine follia-realtà Dario D’Ambrosi propone «Non ci sono. La Legge 180».
In chiusura della rassegna una riflessione sull’emergenza ambientale, «Pioggia» di Marco Pezza, sulle condizioni di lavoro all’Ilva di Taranto, «Capatosta» di Gaetano Colella. Per riflettere su giornalismo e controinformazione Livia
Cartellone Dalle tragedie dell’Africa all’omicidio Borsellino passando per l’acciaio della Thyssenkrupp
Grossi conduce tre incontri, il 15 maggio l’inviato Lorenzo Cremonesi, il 24 Gabriele Micalizzi, fotoreporter, il 31 l’inviato Francesco Battistini. Ma «Le joli mai» non si ferma qui, sullo schermo anche tre film tra cui «Nostra signora dei turchi» di Carmelo Bene, un convegno su Sankara, «Il ‘68 raccontato dai ragazzi» dell’Università Bicocca, una rassegna di musica elettronica e infine, il 18 maggio per Piano City si aspetta l’alba ai Giardini Misteriosi con il silent concert di Andrea Vizzini, chi vuole può anche affittare tenda e sacco a pelo.