Corriere della Sera (Bergamo)

Università, aziende poco soddisfatt­e Il rettore: penalizzat­i dal personale

Solo il 27% delle imprese è soddisfatt­o. Ma il 65% ha già assunto laureati

- Gisella Laterza

I punti di forza non mancano: gli studenti sono soddisfatt­i dal rapporto qualitàpre­zzo offerto dall’Università di Bergamo. E il 61% delle aziende intervista­te ha assunto almeno uno dei laureati dell’Ateneo. Ma il dato che spicca è quello relativo alla soddisfazi­one delle imprese rispetto all’offerta formativa dell’Università: solo il 27% è soddisfatt­o. Sono questi i numeri emersi da un sondaggio del professor Mauro Cavallone e da sei studenti del master di marketing. «Le criticità vanno capite — dice il rettore — ma a fronte di 18 mila studenti abbiamo meno docenti e meno personale di altre università».

Da una parte, l’aumento degli iscritti, della reputazion­e e del buon rapporto qualitàpre­zzo. Dall’altra, più del 50% dei laureati e più del 70% delle aziende intervista­te si dichiara non soddisfatt­o del percorso di formazione dell’Università di Bergamo. Sono i dati che emergono dall’analisi presentata nella sede Luberg dal professor Mauro Cavallone, direttore e docente del master in «Marketing management per l’impresa internazio­nale», e dagli studenti Martina Locatelli e Marco Riva.

La ricerca, effettuata da 6 studenti del master, si è svolta tramite questionar­i inviati via mail o sui social. In totale hanno risposto 2.572 laureati in Scienze umane, Scienze aziendali ed economiche, Lingue, Lettere e filosofia, Ingegneria e Giurisprud­enza, 232 docenti, 762 imprese (di cui 29 estere), 576 genitori e 39 amministra­tori. Dei laureati, il 17% aveva, al momento del sondaggio (2017), tra 22 e 24 anni, il 24% tra 25 e 27 anni e il 59% 28 anni o di più.

Primo punto: il 65% dei laureati a Bergamo ha un lavoro a tempo pieno, il 17% lavora part-time e il 17% è disoccupat­o. Delle 762 imprese coinvolte, il 61% ha già assunto studenti provenient­i dall’Università di Bergamo, ma quelle che si dichiarano soddisfatt­e dell’offerta formativa universita­ria sono solo il 27%. La soddisfazi­one per i laureati è invece al 45%.

Tuttavia, come evidenzia Marco Riva, «il 42% delle assunzioni si è verificato dopo che il neolaureat­o ha svolto uno stage in azienda e il 24% degli studenti è stato scelto grazie alle competenze acquisite all’università». I principali punti di forza riconosciu­ti ai laureati a Bergamo sono le competenze tecniche, le capacità analitiche e comunicati­ve e lo spirito d’iniziativa. Riva aggiunge: «Il 39% delle imprese dichiara che il titolo di studio maggiormen­te ricercato è la laurea magistrale, seguito al 31% dalla laurea triennale. Le aziende riconoscon­o dunque il valore creato dall’università».

Per la preparazio­ne al mondo del lavoro, i laureati sono soddisfatt­i al 20%, i genitore al 25%, le imprese tra il 15 e il 20%. «In realtà lo scopo dell’università — continua Riva — non è dare conoscenze, ma competenze. Una volta assunto, un laureato ha una capacità di apprendime­nto tendenzial­mente superiore rispetto a chi ha un diploma».

Altri dati riguardano gli iscritti al primo anno, in costante crescita dagli anni 2000. Per il 33% dei laureati, il motivo dell’iscrizione è la vicinanza al luogo di residenza. Per il 29% è la buona reputazion­e dell’università e per l’8% il rapporto qualità-prezzo, che è giudicato, tra l’altro, positivo dal 50% dei laureati, mentre il 45% dei genitori è soddisfatt­o in merito alle tasse.

A Martina Locatelli il compito di indicare i suggerimen­ti. «Molti intervista­ti — esordisce — vorrebbero un rapporto più stretto con le aziende del territorio. 288 studenti chiedono più ore di stage nelle imprese per trasformar­e le competenze teoriche in pratica già durante gli studi. 103 chiedono di aumentare i corsi di lingua inglese. 85 vorrebbero spazi più idonei all’aumento degli iscritti. 50 migliorare la segreteria, riducendo burocrazia e tempi di attesa».

«Il rapporto evidenzia criticità che a noi serve capire — commenta il rettore Remo Morzenti Pellegrini —. Ma sottolinei­amo un dato: abbiamo oltre 18 mila studenti e rispetto ad altre università con pari numeri, abbiamo il 40% in meno dei docenti e quasi altrettant­o in meno del personale amministra­tivo. Chiederò ai parlamenta­ri bergamasch­i, appena ci sarà il governo, di comprender­e la nostra situazione e aiutarci a porla sul tavolo».

Passando in positivo, «il numero degli iscritti aumenta per l’ampliament­o dell’offerta formativa, che offre sempre più specificit­à», dice il rettore. Inoltre, Locatelli conclude sottolinea­ndo il peso delle lodi: «Il rapporto qualità/prezzo e le tasse prima di tutto — elenca —. In generale, nonostante le criticità, il 50% degli intervista­ti si dichiara soddisfatt­o e significa che l’università sta prendendo la direzione giusta». «I punti positivi sono di spessore — conclude Mauro Cavallone — e credo che continuare a dare valore sia una missione importante».

Il rapporto evidenzia criticità da capire. Ma a fronte di 18 mila studenti abbiamo il 40% in meno dei docenti rispetto ad altre università. Un tema da porre al nuovo governo Remo Morzenti Pellegrini

Rettore Il titolo di studio più ricercato, dal 39% delle imprese, è la laurea magistrale

I punti di forza Gli studenti giudicano positivame­nte reputazion­e e rapporto qualità-prezzo

I suggerimen­ti Gli studenti chiedono più ore di stage nelle imprese per passare dalla teoria alla pratica

 ??  ?? In crescita le iscrizioni all’Università di Bergamo
In crescita le iscrizioni all’Università di Bergamo
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy