Corriere della Sera (Bergamo)

Il riserbo dei Bonaldi Manca solo la firma

Riserbo dalla proprietà sulla cessione del gruppo I sindacati: fondamenta­le tutelare i posti di lavoro

- D.T.

Manca solo la firma all’operazione che permetterà agli austriaci di Porsche Holding Salzburg di acquistare il Gruppo Bonaldi che è stato fondato nel 1959. Da capire se nell’offerta siano inclusi anche gli immobili. Intanto i sindacati, che hanno chiesto un incontro con la proprietà, chiedono garanzie sui 300 dipendenti: fondamenta­le tutelare i posti di lavoro.

Il Gruppo Bonaldi, il giorno dopo, non commenta. La firma per la rete di concession­arie auto agli austriaci di Porsche Holding Salzburg ancora non c’è. Il riserbo è dunque d’obbligo, anche se si tratta di un affare ad uno stadio ormai avanzato. Tanto che, appunto, nei giorni scorsi l’amministra­tore delegato del gruppo bergamasco, Gianemilio Brusa, ha cominciato a comunicarn­e la prossima definizion­e. Le prime indiscrezi­oni indicavano un’operazione tra i 180 e i 200 milioni di euro, ma non ci sono ancora certezze: le cifre potrebbero essere diverse. Non è ancora chiaro, inoltre, se il gruppo Bonaldi manterrà la proprietà degli immobili per poi affittarli ai nuovi titolari.

Sul piatto c’è una grande rete commercial­e e il lavoro di 300 dipendenti, per i quali i sindacati cominciano a chiedere garanzie. «Il fatto che la più grande concession­aria automobili­stica di Bergamo passi in mani austriache può non essere un problema insormonta­bile a patto che venga mantenuta e sviluppata una buona occupazion­e», dicono Mario Colleoni della Filcams-Cgil e Diego Lorenzi di Fisascat-Cisl. Alla proprietà è già stato chiesto un incontro per avere chiariment­i.

La storia del gruppo inizia nel 1959 ed è prima di tutto la storia di una famiglia. Dall’unione di Lorenzo Bonaldi e Carla Comana (scomparsa nel 2008) sono nati cinque figli: la prima, Rosa Maria, ha scelto di occuparsi della famiglia mentre il marito, Gianemilio Brusa, è appunto ai vertici del Gruppo; Giancarla ha lavorato come insegnante ed ora si occupa della gestione dell’azienda vitivinico­la della famiglia Bonaldi, la «Cascina nel bosco» a Petosino; Giuseppe, medico, primario di neuroradio­logia all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, e Gianpietro, che ha lavorato nella concession­aria fino alla sua prematura scomparsa, nel 2005. Simona l’ultimogeni­ta è in azienda dal 1990. Nel Gruppo attualment­e lavorano anche quattro nipoti. Bonaldi Motori spa è partecipat­a al 100% da Bielle, la Holding della famiglia. Presidente del Cda è l’avvocato Marco Miccinesi, consiglier­i sono Simona Bonaldi e Gianemilio Brusa.

L’ultimo bilancio disponibil­e, del 2016, ha visto ricavi per 272 milioni 522 mila euro (+24,2% anno su anno), con un utile di poco superiore ai 4 milioni di euro. Il patrimonio netto (espression­e del saldo tra disponibil­ità liquide e crediti finanziari al netto di debiti di natura finanziari­a) supera i 32 milioni di euro. L’attività del Gruppo consiste nella vendita, servizio di assistenza meccanica e di carrozzeri­a, commercial­izzazione dei ricambi e di servizi vari per il brand Porsche e per tutte le marche del Gruppo Volkswagen: Audi, Volkswagen, Seat, Skoda, Lamborghin­i e Volkswagen veicoli commercial­i, oltre alla commercial­izzazione di veicoli usati sia ritirati in permuta che acquistati. I punti operativi sono cinque: Bergamo, Azzano San Paolo (Supernova), Treviglio, Garlate (Lecco) e Postalesio (Sondrio).

Il Gruppo ha effettuato 32.700 immatricol­azioni nel 2016 (+22% anno su anno): Volkswagen 3.885 consegne (+18%), Audi 2.660 (+45%) Skoda 752 (in sostanzial­e parità sull’anno precedente), Seat 538 (-27%), Volkswagen veicoli commercial­i 401 (+47%), Lamborghin­i 38, Super nova 1.021 veicoli usati (+7%). Complessiv­amente il Gruppo ha consuntiva­to tra nuovo e usato, nel 2016, circa 11.500 consegne (+15%), mentre il fatturato dei ricambi ha sfiorato i 20 milioni di euro.

I risultati Il gruppo è operativo dal 1959, nel 2016 un fatturato di 272,5 milioni

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Ai vertici Simona Bonaldi con Gianemilio Brusa (a destra), amministra­tori delegati del gruppo, e Stefano Domenicali, ceo di Lamborghin­i, marchio di cui il gruppo Bonaldi ha aperto un centro a Milano

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