Corriere della Sera (Bergamo)

Il «sì» del Pd all’autonomina di Rossi nel cda

Via libera all’autonomina del presidente della Provincia. Simonetti resta in Teb

- Simone Bianco

Dopo una settimana di tensioni, la segreteria provincial­e Pd ha deciso: sì all’autonomina del presidente della Provincia Matteo Rossi nel cda degli Istituti educativi. In tema di nomine, Simonetti resta in Teb.

Segreteria provincial­e del Pd, dopo una settimana di tensioni. Al centro della seduta, il tema delle nomine che il presidente della Provincia è chiamato a fare per i Cda in scadenza negli enti controllat­i e partecipat­i da via Tasso. In particolar­e, la questione spinosa del Consiglio d’amministra­zione degli Istituti Educativi, nel quale Rossi ha pensato di nominare se stesso. Un’ipotesi che aveva suscitato parecchio nervosismo negli ultimi giorni dentro il partito ma che, alla fine, è stata avallata dal partito.

«È stato deciso di dare fiducia a Rossi e di sostenere la sua nomina dentro il Cda degli Istituti educativi», dice il segretario provincial­e Gabriele Riva. La discussion­e, soprattutt­o sul metodo seguito dal presidente della Provincia che non aveva informato i compagni di partito, però c’è stata. «Sì, il metodo per arrivare a queste scelte poteva essere migliore — dice Riva — ma alla fine ha prevalso la fiducia in Rossi e nel lavoro fatto in questi anni». Confermato invece Filippo Simonetti alla guida della Teb.

Si chiude così la discussion­e nelle sedi istituzion­ali sulle scelte di Rossi. Si tratta però di capire se questa, che a molti nei giorni scorsi era apparsa una forzatura, lascerà il segno nei rapporti interni. Anche perché restano da chiarire altre questioni, a partire dai nomi degli altri membri del Cda degli Istituti Educativi, una Fondazione che muove milioni di euro ogni anno e che gestisce un patrimonio immobiliar­e enorme, in città e in provincia. «Nei prossimi giorni verranno definiti anche questi aspetti», dice Riva, ed è chiaro che a questo punto Rossi dovrà passare dal partito prima di stabilire i nomi del Cda. A Treviglio, ad esempio, qualche tensione ha generato l’ipotesi Silvano Galimberti. C’è poi il nodo degli accordi con alleati e minoranze. A partire da Forza Italia, cui era stato garantito un posto.

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