Il «sì» del Pd all’autonomina di Rossi nel cda
Via libera all’autonomina del presidente della Provincia. Simonetti resta in Teb
Dopo una settimana di tensioni, la segreteria provinciale Pd ha deciso: sì all’autonomina del presidente della Provincia Matteo Rossi nel cda degli Istituti educativi. In tema di nomine, Simonetti resta in Teb.
Segreteria provinciale del Pd, dopo una settimana di tensioni. Al centro della seduta, il tema delle nomine che il presidente della Provincia è chiamato a fare per i Cda in scadenza negli enti controllati e partecipati da via Tasso. In particolare, la questione spinosa del Consiglio d’amministrazione degli Istituti Educativi, nel quale Rossi ha pensato di nominare se stesso. Un’ipotesi che aveva suscitato parecchio nervosismo negli ultimi giorni dentro il partito ma che, alla fine, è stata avallata dal partito.
«È stato deciso di dare fiducia a Rossi e di sostenere la sua nomina dentro il Cda degli Istituti educativi», dice il segretario provinciale Gabriele Riva. La discussione, soprattutto sul metodo seguito dal presidente della Provincia che non aveva informato i compagni di partito, però c’è stata. «Sì, il metodo per arrivare a queste scelte poteva essere migliore — dice Riva — ma alla fine ha prevalso la fiducia in Rossi e nel lavoro fatto in questi anni». Confermato invece Filippo Simonetti alla guida della Teb.
Si chiude così la discussione nelle sedi istituzionali sulle scelte di Rossi. Si tratta però di capire se questa, che a molti nei giorni scorsi era apparsa una forzatura, lascerà il segno nei rapporti interni. Anche perché restano da chiarire altre questioni, a partire dai nomi degli altri membri del Cda degli Istituti Educativi, una Fondazione che muove milioni di euro ogni anno e che gestisce un patrimonio immobiliare enorme, in città e in provincia. «Nei prossimi giorni verranno definiti anche questi aspetti», dice Riva, ed è chiaro che a questo punto Rossi dovrà passare dal partito prima di stabilire i nomi del Cda. A Treviglio, ad esempio, qualche tensione ha generato l’ipotesi Silvano Galimberti. C’è poi il nodo degli accordi con alleati e minoranze. A partire da Forza Italia, cui era stato garantito un posto.