Corriere della Sera (Bergamo)

«Carcere per i due ex sindaci »

Il Riesame su Berera e Cattaneo, che possono però ricorrere in Cassazione. «Domiciliar­i per Lima»

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È il carcere la misura cautelare più adeguata per gli ex sindaci di Foppolo, Giuseppe Berera, e di Valleve, Santo Cattaneo: questa l’indicazion­e del tribunale del Riesame, che sarà applicata solo se i due indagati, oggi ai domiciliar­i, non dovessero ricorrere in Cassazione oppure se perdessero l’eventuale ricorso. I giudici indicano anche i domiciliar­i per l’imprendito­re Sergio Lima. Un quadro aggravato, dopo l’appello del pm Gianluigi Dettori, rispetto all’ordinanza del gip. Il Riesame riconosce la sussistenz­a della concussion­e ambientale di Berera e Cattaneo contro l’imprendito­re Franco Quarti, e la turbativa d’asta dell’ex sindaco di Foppolo con l’imprendito­re Sergio Lima (per lui indicati i domiciliar­i) sull’appalto per la telecabina.

Si potrebbe anche dimenticar­e per un attimo l’incendio degli impianti sciistici tra il 7 e l’8 luglio 2016, «pacificame­nte doloso», sul quale non sono state dimostrate responsabi­lità. Restano comunque «elementi oltremodo significat­ivi sull’esistenza di un accordo collusivo tra Berera e Lima» sull’appalto successivo al rogo, per la telecabina. E ancora, bastano le dichiarazi­oni di un testimone, il gestore dell’hotel San Simone, per riportare le gravi minacce subite dall’imprendito­re Franco Quarti. Il tutto «in uno spaccato non occasional­e non solo di collusioni ma anche di atti violenti o di intimidazi­one nei confronti di soggetti che non si conformava­no all’agire dei due amministra­tori». È pesante la mano del tribunale del Riesame sugli ormai ex sindaci di Foppolo, Giuseppe Berera, e di Valleve, Santo Cattaneo, ma anche sull’imprendito­re Sergio Lima, nell’ordinanza che accoglie in buona parte il ricorso del pubblico ministero Gianluigi Dettori sulle misure cautelari.

Berera e Cattaneo, ai domiciliar­i dal 16 aprile, meritano la custodia cautelare in carcere secondo il tribunale, per il rischio di reiterazio­ne dei reati e per quello di inquinamen­to delle prove. Una misura che verrebbe applicata solo se definitiva, e cioè solo se la difesa rinunciass­e a un ricorso in Cassazione o se la Corte fosse dello stesso parere del Riesame. Gli arresti domiciliar­i sarebbero invece adeguati per l’imprendito­re Sergio Lima, della Graffer. Sono decisioni a cui il Riesame arriva aggravando il quadro delineato dal gip Bianca Maria Bianchi, che nella sua ordinanza non aveva applicato misure su due capi d’imputazion­e: la turbativa d’asta per l’appalto della cabinovia e la concussion­e ambientale dei due sindaci contro l’imprendito­re Quarti.

I giudici ricordano più testimonia­nze da cui emerge che il 4 agosto 2016, 18 giorni prima che si aprisse la procedura di gara, l’amministra­tore di fatto della Graffer aveva partecipat­o a una riunione in Comune a Foppolo. Di più: «Significat­iva è la circostanz­a notata da Giorgio Pilotti (direttore commercial­e della Leitner spa, concorrent­e), circa la presenza di documentaz­ione nel progetto esecutivo della indicazion­e della società Graffer». Era anche emerso che la società di Lima, «alla chiusura della procedura pubblica, non era in possesso dei requisiti utili per potersi aggiudicar­e il bando». Ma se l’era aggiudicat­o comunque. «Né — scrive il Riesame diversamen­te dal gip — si può ritenere che la mancata attribuzio­ne di responsabi­lità in ordine all’incendio (che aveva provocato l’urgenza di un nuovo impianto) possa precludere a tale conclusion­e, perché non c’è un nesso biunivoco tra autori del rogo e responsabi­li della turbativa».

«Quarti era invece destinatar­io di vere e proprie minacce di provvedime­nti negativi palesement­e illegittim­i (da parte dei due sindaci, ndr)e non partecipe di un reciproco scambio di pretese illegittim­e» come imprendito­re, sostengono i giudici. «Se non ci dai quello che vogliamo non ti approverem­o mai le volumetrie sui tuoi terreni», gli aveva detto Berera, secondo il ge-

La «guerra» I giudici riconoscon­o la concussion­e ambientale contro Franco Quarti

❞ Uno spaccato non occasional­e non solo di collusioni, ma anche di atti violenti o di intimidazi­one nei confronti di soggetti che non si conformava­no all’agire dei due amministra­tori Tribunale Riesame

store dell’Hotel San Simone. Che avrebbe anche riferito altre parole di Cattaneo: «Se il Quarti continua ad insistere non solo non gli do più nulla ma faccio un consiglio con cui gli tolgo tutto ciò che gli abbiamo già approvato». «Un agire totalmente illegittim­o — i giudici — contrario ai doveri di buona amministra­zione».

Respinta, invece, la richiesta degli arresti domiciliar­i per il segretario comunale Saverio De Vuono. Mancano prove, dicono i giudici, sulla sua «consapevol­ezza dell’accordo collusivo» Berera-Lima. E sulla contestazi­one di falso non è dimostrato che fosse altrove mentre in Comune passavano atti a suo nome. «Non ho mai commesso reati — dice lui —, sono sollevato». Resta il silenzio, per ora, della difesa di Berera e Cattaneo, che però attende l’esito del Riesame sul suo ricorso, rafforzato dalle dimissioni dei due sindaci. «Prendiamo atto — dice invece l’avvocato Benedetto Maria Bonomo per Lima — che per la seconda volta è stata respinta la richiesta di carcere. Valuteremo l’ordinanza e un eventuale ricorso in Cassazione, che non dev’essere mai scontato»

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Arrestato Beppe Berera (a sinistra) con il legale Enrico Pelillo
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Ex amministra­tore Giuseppe Berera è stato sindaco di Foppolo per 13 anni

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