Il caso nomine: Pd nel caos Lega-FI, è rottura
Istituti Educativi: deflagra l’ok a Rossi nel cda
Matteo Rossi potrà nominarsi nel Cda degli Istituti Educativi, ma le scelte del presidente della Provincia hanno avuto l’effetto di spaccare partiti e coalizioni. Dentro il Pd le acque restano piuttosto agitate dopo la tensione in segreteria provinciale di martedì sera. Alla fine, via libera a Rossi ma con l’impegno a condividere le prossime scelte sul Cda e sulla gestione della Fondazione. «Il caso non è chiuso», dice il consigliere regionale Jacopo Scandella, dando voce a una parte del Pd molto critica.
Dall’altra parte della barricata, Forza Italia ha avuto la garanzia di un posto nel consiglio d’amministrazione degli Educativi, ma rischia di pagarlo con una frattura profonda con la Lega. «Non dimenticheremo», scrive in un comunicato molto duro il commissario provinciale del Carroccio, Enrico Sonzogni, di fronte all’esclusione da ogni trattativa da parte dei (presunti) alleati di centrodestra.
Il giorno dopo la tensione nella segreteria provinciale del Pd sul caso nomine, l’unica certezza è il rinnovo del Cda di Teb. Alla guida delle Tramvie bergamasche resta lo stesso gruppo dirigente: Filippo Simonetti (presidente), Gianni Scarfone (amministratore delegato), Elio Moschini, Anna Donadoni e Marta Cicolari (in quota M5S). La continuità era stata benedetta nella riunione di martedì sera nella sede dei dem in via San Lazzaro. Tutto il resto era filato molto meno liscio. A partire dalla sofferta decisione di avallare l’autonomina di Matteo Rossi nel Cda degli Istituti Educativi.
«Fiducia a Rossi e al suo lavoro da presidente della Provincia in questi anni», aveva detto il segretario provinciale Gabriele Riva. La sintesi di un confronto comunque molto serrato e con momenti di reale imbarazzo. Interventi, tanti, che hanno messo in discussione il metodo seguito da Rossi nell’individuazione dei nomi per il Cda della Fondazione. Il fatto che il presidente della Provincia abbia fatto tutto da solo (o quasi, Forza Italia aveva avuto la garanzia di portare a casa un posto su cinque) è stato criticato anche duramente da più parti. In questo senso si sono espressi il consigliere regionale Jacopo Scandella, il segretario cittadino Federico Pedersoli, ma anche lo stesso Riva, che alla fine però ha trovato una sintesi dando il via libera all’autonomina di Rossi e prendendo tempo sul resto dei nomi nel Cda. «La questione non è conclusa — dice Scandella —. Dalla segreteria di ieri siamo usciti con l’idea di congelare alcune scelte e discuterle nei prossimi giorni».
In mezzo c’è Rossi che è intenzionato a tirare dritto sugli Istituti Educativi, dopo aver già dovuto in segreteria accettare la conferma di Moschini nel Cda di Teb. Se però una parte del Pd, compresi Scandella e Pedersoli (che non parla, «troppo arrabbiato»), non dà ancora per scontato l’ingresso di Rossi nel consiglio d’amministrazione, c’è tutta un’altra area che invece si è esposta per difendere il presidente della Provincia. Ad esempio, il capogruppo pd a Palazzo Frizzoni, Massimiliano Serra: «C’era la necessità di dare copertura politica al presidente della Provincia». Nessun imbarazzo per un presidente in scadenza che si autonomina? «Il vulnus vero sta nella riforma che non ha in realtà abolito le Province — dice Serra —, lasciando i presidenti soli con oneri e onori. Le nomine non sono più condivise con organi collegiali, per cui diventa fondamentale almeno la condivisione col partito». Il ragionamento che ci sta dietro è che, siccome il Pd ha pagato e pagherà un prezzo politico per le scelte di Rossi, per lo meno da qui in avanti sulla gestione della Fondazione dovrà esserci maggiore condivisione. E trasparenza. Un tema, per altro, posto dallo stesso presidente della Provincia: stiamo parlando di un ente che amministra un patrimonio pubblico di oltre 130 milioni di euro di immobili e, nel 2018, non ha un sito internet né pubblica (non è tenuto a farlo) alcun dato di bilancio. Ma non c’è solo la questione trasparenza. Nei prossimi giorni su alcuni nomi il lavoro dovrà essere affinato. Ad esempio su quello di Silvano Galimberti, trevigliese vicino a Erik Molteni. Più difficile che venga toccato il nome dell’esponente di Forza Italia, Carla Bianchi: una sorta di astensione benevola degli azzurri manda avanti da anni la maggioranza pd in Provincia e così dovrebbe essere anche dall’autunno,
❞ Gabriele Riva Abbiamo dato fiducia a Rossi e al suo lavoro in Provincia, via libera all’autonomina
Massimiliano Serra Bisognava dare copertura politica alle scelte del presidente ma più condivisione
Jacopo Scandella La questione nomine non è chiusa, abbiamo congelato alcune scelte e le discuteremo
Teb, le conferme Il Cda delle Tramvie ricalca quello uscente, superati i dubbi sul nome di Moschini
quando Rossi potrebbe lasciare il posto proprio a Mauro Bonomelli, altro nome probabile nel Cda della Fondazione.
Sullo sfondo, i preparativi di una stagione congressuale incerta per il Pd. Mancano riferimenti chiari a livello nazionale. A livello provinciale, almeno per ora, la candidatura di Davide Casati (sindaco di Scanzorosciate, proprio martedì sera assente in segreteria) è l’unica davvero sul tavolo.