Cristiano, il sogno si avvera A San Siro con Fedez e J-Ax
Affetto da tetraparesi spastica, sarà a San Siro come special guest
Sul palco con Fedez e J-Ax. Si avvera il primo giugno a San Siro il sogno di Cristiano Rossi, il primo artista disabile a partecipare a un concerto dei due rapper.
Del tutto non l’ha ancora realizzato. Anche se la canzone è pronta, le prove sono in corso e le foto su Instagram non mentono, ci vuole più di un attimo a metabolizzare che il primo giugno salirà sul palco di San Siro insieme a Fedez e J-Ax, suoi idoli da sempre. E nemmeno con un ruolo marginale: Cristiano Rossi, in arte Cris Brave, rapper ventunenne di Curno, sarà special guest al pari di Levante, Gué Pequeno e Malika Ayane (per citarne alcuni) e proporrà un inedito realizzato con Fausto Cogliati, vocal coach della squadra di Fedez a X-Factor. Sarà anche il primo artista disabile — Cris è affetto da tetraparesi spastica dalla nascita — a partecipare a un concerto dei due rapper.
La notizia gli è arrivata una settimana fa: «Ero a Milano per un’intervista e Fede (lo chiama così, senza zeta, ndr) mi è piombato alle spalle, dicendomi che avrei preso parte al suo concerto — racconta Cris —. L’avevo visto e sentito al telefono, mai dal vivo: è stata una doppia emozione». I due si erano conosciuti tramite i social nel dicembre scorso, grazie a un divertente video sulla disabilità che Cris aveva realizzato con i theShow (youtuber da oltre due milioni di follower): «Fede ha visto il video e ha iniziato a seguirmi su Instagram».
Cominciano a scambiarsi messaggi, tra cui un profetico «ci vediamo a San Siro» digitato da Cris, che aveva già il biglietto in tasca e si immaginava tra il pubblico dello stadio. «Poi gli ho chiesto un provino, gli ho mandato i brani del mio album Broken Heart, dieci tracce uscite nel 2016, e lui mi ha proposto di fare un pezzo», racconta il rapper bergamasco, che si è messo subito a scrivere «una ventina di bozze». Con il supporto dei collaboratori di Fedez nasce « La panchina » , canzone che Cris canterà per la prima volta davanti a migliaia di persone e che paragona la vita a un incontro sportivo, dove il vero vincitore è colui che affronta le sfide con coraggio, convinto che sia meglio provarci, per poi magari restare comunque bordo campo, piuttosto che vivere di rimpianti. Il coraggio di certo non manca a Cris che a 16 anni decide di fare rap, «genere in cui conta più il messaggio che la vocalità», per due motivi. Primo, per raccontare la sua vita in carrozzella e denunciare le discriminazioni che lui stesso ha subito — «dietro al banco mi sentivo giudicato, per fortuna quel tempo ora è passato, il bullo non l’ho mai ascoltato», canta — e che si indirizzano contro tutti quelli etiche t t a t i come di ve r s i . Secondo, per ottenere l’indipendenza economica e personale: «Vorrei potermi permettere un assistente che mi aiuti nella vita quotidiana e mi consenta di vivere da solo — dice —. Non vorrei restare in eterno con i miei genitori, né andare in istituto».
Aveva anche contribuito alla stesura di una proposta di legge, poi non accolta, per favorire l’indipendenza delle persone disabili. Ma ora la concentrazione è tutta per la serata di venerdì prossimo: «Ci vediamo a San Siro, anche se mi trovi sempre in giro».