«Liti fra dem, spettacolo sconcertante E sulle nomine il partito ha sbagliato»
L’INTERVISTA GIORGIO GORI
«Uno spettacolo sconcertante». Giorgio Gori parla così delle liti nel suo partito, il Pd, sia a livello nazionale che tra esponenti locali. Non ha ancora sciolto le riserve sul suo futuro ma mette in guardia: «Dobbiamo difendere il nostro patrimonio più importante, il lavoro della giunta. Per questo evito queste discussioni», dice il sindaco. Poi l’accusa a Matteo Rossi per le nomine (e l’autonomina): «È adulto e vaccinato. Io non avrei fatto quelle scelte — dice —. Ma l’errore è stato anche del partito che gli ha dato copertura politica».
Defilato, silenzioso. Non accomodante, però. «Uno spettacolo sconcertante» è, ad esempio, il giudizio di Giorgio Gori sull’ultima assemblea nazionale del suo partito, il Pd. L’intenzione di uscirne, per seguire Matteo Renzi in nuovi improbabili movimenti di cui si parla in questi giorni, semplicemente non è un’ipotesi in questo momento, per il sindaco di Bergamo. Al Partito democratico non c’è un’alternativa (non c’è ancora, almeno) e proprio per questo Gori è tanto preoccupato dalle liti a livello nazionale quanto dalle divisioni tra i democratici bergamaschi.
La inquieta di più il governo che sta tentando di nascere o lo scenario da guerra civile nel Pd?
«Sono molto preoccupato per l’Italia, viste le basi su cui poggia l’alleanza Lega-M5S. Ma proprio per questo sarebbe il momento di fare opposizione agli avversari e non di dividersi tra correnti».
C’è un suo interesse a seguire Renzi in un progetto diverso dal Pd?
«Non esiste questa ipotesi e spero che nessuno se ne vada dal Pd. Ma osservo che se si consolida un asse antieuropeista, composto da Lega e Movimento 5 Stelle, in un sistema proporzionale il Pd da solo non ce la fa, nemmeno se crescessimo di molto rispetto al 17% di cui ci accreditano oggi i sondaggi. La domanda è: con chi ci alleiamo? C’è lo spazio politico per un progetto liberale europeista. Io parlo di alleanze, non di scissioni».
Detto questo, il ruolo di Renzi resta un problema per questo partito. L’ex premier farebbe meglio a scomparire dalla scena per un periodo lungo?
«Lui avrebbe tutto l’interesse a rigenerare la sua leadership. Io non dico che dovrebbe rifugiarsi a Oxford per sei mesi, come pensa qualcuno, ma certo bisogna riflettere sul fatto che ogni sua apparizione in tv e ogni suo tweet hanno un peso politico molto rilevante. Che poi questo significhi che possa candidarsi e per la terza volta consecutiva ottenere la guida del partito, ho i miei dubbi».
Intanto, sembra già tramontata l’ipotesi di una leadership di lungo periodo di Maurizio Martina. Il ruolo di reggente l’ha già consumato?
«Io sono uno di quelli che non vede i due ruoli in con«Sì, traddizione. Certo però mi ha lasciato sconcertato quello che è successo nell’ultima assemblea nazionale. Il partito sta dando un brutto spettacolo, la litigiosità ha fatto danni enormi, è ora di fermarsi».
Una dinamica, quella della lite perenne tra correnti, nelle assemblee e sui social, che si ripete anche a livello locale. È di ieri l’attacco di Luigi Bresciani, ex segretario Cgil, a lei e al consigliere regionale Niccolò Carretta.
mi pare che tutto questo faccia parte di una bolla in cui vive solo chi partecipa a queste dinamiche e che purtroppo segna un’enorme distanza dalla vita quotidiana delle altre persone. Io per scelta evito questo tipo di discussioni, soprattutto sui social. Abbiamo a Bergamo un bene da tutelare ed è la capacità di governare la città mostrata da questa amministrazione comunale. Fin qui abbiamo garantito una tenuta molto solida di fronte a ogni tipo di polemica, dobbiamo continuare così».
Quando però esplodono casi come quello di Matteo Rossi che nomina se stesso e persone a lui molto vicine nel Cda di una fondazione pubblica, il danno non ricade su tutto il Pd?
❞ Renzi Non credo che debba sparire dalla scena. Ma ho dei seri dubbi che possa per la terza volta consecutiva arrivare a guidare il partito
«Io penso che Rossi sia adulto e vaccinato, è il presidente della Provincia e può fare tutte le scelte che il suo ruolo lo legittima a fare. Io però quelle scelte non le avrei fatte e gliel’ho detto. Dopo di che non ho capito perché il partito abbia dovuto dare copertura politica a quelle nomine, approvandole in segreteria. Secondo me questo è stato un errore».
❞ Martina Da reggente può diventare leader. Ma l’ultima assemblea nazionale del Pd ha dato uno spettacolo davvero brutto
❞ Rossi È adulto e vaccinato ma quelle nomine io non le avrei fatte. Il vero problema però è il partito che gli ha dato copertura
I giochi per la prossima segreteria provinciale sono già fatti, Davide Casati è un nome senza alternative?
«Non so se esistano serie alternative, so che quello di Casati è un nome serio. Come ho sempre fatto, continuerò a dire quello che penso dentro il partito, ma continuerò anche a tenere l’equilibrio necessario al mio ruolo di sindaco, viste le diverse sensibilità all’interno della mia giunta».
❞ Casati Non so se i giochi siano già fatti ma il suo è un nome serio per la prossima segreteria provinciale del Pd