Corriere della Sera (Bergamo)

Salvini: ora l'autonomia

Il leader del Carroccio a Martinengo: non possiamo più aspettare

- Pietro Tosca

«Se parte il governo si firmerà subito l’accordo sull’autonomia»: Matteo Salvini parla ai suoi militanti a Martinengo, si arrabbia per i presunti veti del Quirinale e spiega perché il nuovo esecutivo farebbe bene anche ai lombardi e ai bergamasch­i.

«Non sono fatto per tirare a campare». È questo il messaggio sul braccio di ferro con il Quirinale per la nascita del Governo che Matteo Salvini lancia dalla festa della Lega di Martinengo. Per il leader del Carroccio è la prima tappa del tour bergamasco che, sempre nella serata di ieri, l’ha portato a Dalmine. Il messaggio però non è rivolto solo al popolo leghista ma ai cittadini italiani, l’ultimo passo di quel percorso di trasformaz­ione del Carroccio in un movimento di caratura nazionale. Salvini accolto da una folla entusiasta al centro sportivo «Il tiro» prima spiega il concetto ai giornalist­i e poi lo illustra ai tanti attivisti che lo osannano cercando di scattare un selfie con lui.

«Ci stupirebbe se ci fosse un “no” verso chi ha l’unica colpa di difendere l’interesse nazionale italiano — dice il segretario federale —. Io non ho mai messo becco nella nomina di un ministro di un altro Paese. Non è solo Savona,

❞ Ci stiamo mettendo buon senso e volontà. Spero che nessuno ora ci metta i bastoni tra le ruote. O il governo parte nelle prossime ore o altrimenti tanto vale tornare a votare. Ci stupirebbe se ci fosse un “no” sulla nostra volontà di difendere l’interesse nazionale Matteo Salvini

c’è una squadra che due forze politiche diverse hanno messo insieme con responsabi­lità. Riteniamo di aver espresso il meglio, non per la Lega, ma per l’Italia».

Per il leader del Carroccio lo spazio di mediazione è esaurito e lo chiarisce mentre è assediato dalle telecamere: «Io il governo — dice — l’avrei fatto anche ieri, il primo ministro c’è, i nomi li abbiamo condivisi. O si parte oppure basta, mi rifiuto di andare avanti a trattare per giorni o settimane, a disfare e rifare. Anche perché i mutui non aspettano, la benzina non aspetta e gli sbarchi dei clandestin­i che sono ripresi non aspettano. O siamo in condizione di lavorare oppure qualcun altro si prende la responsabi­lità e si torna al voto. Non sono nato per tirare a campare».

Concetti che poi ribadisce al suo popolo nel mini palco davanti al tabellone della tombola, dove lo aspetta il padrone di casa, il sindaco Paolo Nozza. Salvini prende la parola tra le urla da stadio: «Non vedo l’ora di cominciare a lavorare siamo pronti a governare questo Paese, siamo pronti a riportare lavoro e sicurezza. Però la Lega entra in un Governo se può fare l’interesse dei cittadini italiani. È incredibil­e come difendere l’interesse degli italiani sia diventato una colpa». Il riferiment­o è naturalmen­te a Savona: «Quello non può fare il ministro, dice la stampa, perché ha detto che prima viene l’Italia e poi le regole europee, non può fare il ministro perché devono cambiare i trattati, non può fare il ministro perché ha detto che l’euro è una moneta che ha aiutato solo i tedeschi. Ma se uno la pensa così è il mio ministro. Ognuno in casa sua in base a come votano i cittadini fa le sue scelte, non si capisce perché in Italia, se Berlino o Parigi non sono d’accordo, non si può fare nulla».

Dopo la dimensione nazionale però il leader del Carroccio ricorda perché sarà importante per i leghisti governare e nel suo discorso tornano le parole d’ordine del movimento che promette si trasformer­anno nei primi provvedime­nti di un esecutivo giallo-verde: «Smontare la legge Fornero, stracciare milioni di cartelle esattorial­i, togliere qualche tassa, bloccare gli sbarchi togliendo hotel e soldi ai clandestin­i». Salvini racconta la difficoltà dell’accordo con il M5S, ma anche l’importanza: «C’è un punto che cambierà la vita non solo ai bergamasch­i ma a 10 milioni di lombardi — spiega —. Se parte il governo si firmerà subito l’accordo sull’autonomia. Noi ci abbiamo messo tutto il buon senso e tutta la volontà. Abbiamo fatto tutto il possibile, ora non si può fare più un solo passo indietro. Spero che nessuno metta i bastoni tra le ruote: o il governo parte nelle prossime ore o tanto vale tornare a votare».

 ?? (foto Cavicchi) ?? Lumbard Matteo Salvini, 45 anni, è segretario federale della Lega dal 15 dicembre 2013. Qui è al comizio di ieri sera alla festa del partito a Martinengo
(foto Cavicchi) Lumbard Matteo Salvini, 45 anni, è segretario federale della Lega dal 15 dicembre 2013. Qui è al comizio di ieri sera alla festa del partito a Martinengo

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