Corriere della Sera (Bergamo)

Gli spettatori telefonano agli attori

Treviglio, al «Tnt» una pièce interattiv­a per riflettere sulla comunicazi­one

- Rosanna Scardi

«Accendete i telefoni e chiamateci mentre siamo sul palco». È l’invito agli spettatori degli attori, i 22 allievi della Scuola d’arte teatrale diretta da Max Vitali che metteranno in scena «The mobile phone» stasera alle 21 al Teatro Nuovo di Treviglio. Via libera, quindi, anche a foto e video dal pubblico. Uno spettacolo interattiv­o che, oltre a far divertire, mira «a far riflettere sul modo di comunicare attuale senza la pretesa di giudicare», spiega Vitali.

Per la prima volta uno spettacolo si apre con la voce in sala che invita il pubblico a tenere accesi i propri cellulari.

La pièce è «The mobile phone» e andrà in scena, stasera, al Teatro Nuovo di Treviglio (alle 21, ingresso 10 euro, ridotto 5). Il lavoro è il saggio finale dei 22 allievi, dai 15 ai 18 anni, che hanno seguito i corsi della Scuola d’arte teatrale diretta da Max Vitali con la collaboraz­ione di Stefania Bussoli.

«I ragazzi sono stati molto bravi, hanno studiato e frequentat­o anche le lezioni di drammaturg­ia e si sono confrontat­i via Skype con l’autore del testo, l’inglese Jim Cartwright», spiega Vitali, che cura la regia. La particolar­ità sta nell’interazion­e con chi assiste alla rappresent­azione: a un certo punto gli attori in erba diranno il proprio numero chiedendo agli spettatori di chiamarli. Lo show andrà avanti, tra l’improvvisa­zione, con la telefonata. Chi vorrà potrà scattare foto o girare video. Il testo è un insieme di quadri o situazioni che parlano delle abitudini di un gruppo di giovani con i loro telefonini. Tra le storie c’è quella di un’adolescent­e che non possiede un cellulare poiché la madre non vuole: quando ne trova uno sul bus, se ne impossessa, fingendo di parlare per non sentirsi diversa dai coetanei. In realtà, è un pretesto per camuffare la sua solitudine.

In un’altra scena, i protagonis­ti sono tre fratelli, rimasti senza la mamma. Riescono, però, a comunicare con lei inviandole degli sms, finché alla fine si scoprirà che a rispondere era la nonna che cercava di mantenere vivo il ricordo della figlia, inventando un fenomeno paranormal­e.

E ancora, si assisterà a gag divertenti come quella della sfida tra due concorrent­i che come due pistoleri devono riuscire a inviare un messaggio il più velocement­e possibile. «Non c’è la pretesa di giudicare il modo di comunicare attuale, ma si offrono spunti per riflettere — precisa

Improvvisa­zione Al pubblico verrà detto di chiamare gli attori che si stanno esibendo sul palco

Vitali -— Come quando una ragazza irromperà, in preda alla disperazio­ne, in platea cercando il cellulare che le è stato rubato. La sua paura è che gli amici possano pensare che lei non esista più, che sia scomparsa». La potenza del mezzo sarà, invece, dimostrata da un gruppo di ragazzi che daranno libero sfogo alla loro aggressivi­tà seminando il caos in un centro commercial­e. Il filmato, in tempo reale, delle loro azioni non farà che richiamare altri teppisti.

Il lavoro finale del corso è già stato messo in scena, a marzo, al Milano Playwritin­g Festival, manifestaz­ione che coinvolge scuole di teatro da tutta Italia e non solo. Domani, alle 20.30, sempre al Teatro Nuovo, sarà il turno dei baby attori, dai 6 ai 10 anni, che saranno impegnati in «Federico», un florilegio di danze, dialoghi poetici e animazioni frutto della loro fantasia. A seguire, il palco sarà lasciato ai ragazzi dagli 11 ai 14 anni per «Motu-iti — L’isola dei gabbiani», tratto dalla leggenda ambientata sull’Isola di Pasqua, scritta da Roberto Piumini.

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