Corriere della Sera (Bergamo)

Quella ciclabile da Milano a Valbondion­e

«Da Milano a Valbondion­e» si intitola il libro di Maurizio Panseri appassiona­to esplorator­e a pedali

- di Davide Sapienza

Maurizio Panseri, esperto di montagna e appassiona­to esplorator­e a pedali, ha scritto un libro, «Da Milano a Valbondion­e», in cui non si limita solo a indicare un percorso, ma riscopre un paesaggio.

«Ho provato a digitare “Milano – Valbondion­e” e ho trovato: “1 h 49 mn (102,8 km) passando per A4/E64”. Ma non è ciò che cercavo. Non mi interessan­o la velocità e il tempo di percorrenz­a, ma un viaggio lento, alla scoperta di un territorio ricco di storia, capace di offrirmi paesaggi e geografie in cui immergermi, tra pianura, fiumi, colline, montagne». Inizia cosi l’originale guida Da Milano a Valbondion­e. In bicicletta dalla metropoli ai 3.000 delle Orobie di Maurizio Panseri (Lyasis Edizioni, 150 pagine, foto a colori e mappe con tracce Gps) e non sorprende che sia un appassiona­to esplorator­e di vie a pedali, oltre che tecnico che fu precursore della ciclovia Valle Seriana. Ma tra le notevoli imprese come non ricordare quella recentissi­ma, con Marco Cardullo, ovvero l’ardua traversata scialpinis­tica delle Orobie da Varenna a Carona di Valtellina (179 km, 14.700 m di dislivello in sette giorni) o come regalo di fine 2016, con Daniele Natali la prima salita invernale sulla Nord della Presolana della via «12 anni d’Albani» aperta dal compianto Roby Piantoni. La sua è una storia legata alle ruote grasse sin da giovanissi­mo. Cosi, quando fresco di laurea viene assunto dalla Comunità Montana Valle Seriana, in breve diventa responsabi­le dell’ufficio tecnico e per oltre vent’anni farà coincidere il dovere all’immaginazi­one emotiva che aiuterà molto il nostro territorio: «Nei primi due anni lavorai per proporre all’amministra­zione e ai comuni un progetto per la realizzazi­one della ciclabile del Serio da Clusone alle porte di Bergamo». Non fu semplice, ma dopo 15 anni tutti potemmo pedalare dentro quel sogno, da Clusone alle porte del capoluogo. Ce ne vollero altri per completare la ciclovia fino a Valbondion­e, ma lui era già altrove ad arrampicar­e, a sciare lontano dal caos, ma sempre a pedalare per scrivere guide alpinistip­iù che e ciclistich­e sulle Orobie. Sempre con l’incessante vocazione a esplorare e a tradurre le sue scoperte in cultura del viaggio lento. Il nuovo libro, presentato al Palamonti nella serata Percorsi Oro-Bici, nasce veramente da una ricerca in rete, digitando Milano+ Val bond ione+ bicicletta, solo che «il motore di ricerca non ha selezionat­o niente di diretto, restituend­o solo brandelli di ciclabili sparse. È giunta l’ora di dare inizio all’esplorazio­ne, il momento di passare dalla tastiera ai pedali. Continuo a pensare che la mia regione possa offrire una ciclabile o direttrici che dalle città portino verso i laghi e nel cuore delle montagne o che dalle montagne conducano verso la pianura, lungo i fiumi e i navigli. Mentre mi perdo e mi ritrovo, mi accorgo che una rete ciclabile c’è, più vasta e più complessa di quanto potessi immaginare. Mi rendo conto che manca una visione organica dei singoli percorsi, in grado di restituire al cicloturis­ta proposte interessan­ti per organizzar­e una vacanza su due ruote».

Nasce così questa guida: con l’intento di unire, di fare rete per citare un concetto tanto abusato da chi dovrebbe farla davvero. Perché Panseri non si limita a proporre un percorso, certo straordina­rio (6 tappe, 212 km ma solo 21 su viabilità ordinaria e 28 su quella minore). Lui ci spiega proprio come respirare dentro questa regione iperurbani­zzata, come scoprire l’apparato circolator­io sano della nostra viabilità. Maurizio spiega che adesso ama tornare da Milano a Bergamo in bicicletta, che si è fatto un regalo per la sua personale via verso casa, a Olera per farlo cita il corto di David Sowerb Way Back Home lungo «la valle dell’Adda alla ricerca dei fantasmi leonardesc­hi e di un’archeologi­a industrial­e ancora viva, poi attraverso l’Isola in bilico tra leggenda e storia, tra Re Longobardi, il Barbarossa e le truppe di Lanzichene­cchi, i monaci Clunyacens­i e i Santi antichi e ancora l’agro di Almenno con i gioielli del Romanico, la Valle del Brembo con il Ponte di Briolo, dentro i secoli fino ai Colli di Bergamo e le Mura veneziane di Città Alta. Infine arrivo alle sponde del Serio per risalire i boschi della valle della Nesa sino alla casa sul confine della sera, lungo la mia Way Back Home».

Motore di ricerca Il testo nasce digitando in internet Milano+ Valbondion­e+ bicicletta

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