Se il moderno si finge antico
L’americano Barry X Ball sfida i capolavori della storia dell’arte in due mostre gemelle al Castello Sforzesco e a Villa Panza di Varese
È un artista che resta tangente ai giochi dell’arte contemporanea, perché nell’intimo fa da sempre riferimento all’antico. Il suo stile, attualmente figurativo, può sembrare un ritorno all’accademia. Invece è il contrario: perché sì, è vero, si ispira regolarmente al passato, ma solo per farlo rivivere attraverso lo sguardo aggiornato e tecnologico del presente.
Lo scultore californiano Barry X Ball, nato a Pasadena, classe 1955, è protagonista di un doppio appuntamento, a Varese e a Milano, in due sedi eccellenti. A Villa Panza di Biumo è allestita l’antologica «The end of history», mentre al Castello Sforzesco, nello spazio ideato in origine da BBPR per la «Pietà Rondanini», è esposta un’inedita versione della «Pietà» stessa tradotta in onice bianco translucido: un omaggio di Barry a Michelangelo, un’operazione coraggiosa per le Raccolte Civiche che per la prima volta contaminano i loro ambienti storici con questo lavoro recentissimo, datato 2018. Sempre al Castello, nella sala Scarlioni, è collocata anche l’installazione «Pseudogroup of Giuseppe Panza», 1998-2001, un ritratto in nove copie del mecenate lombardo posto a dialogo diretto con i pezzi classici della raccolta. Tutto torna: tra gli anni 80 e 90 il lungimirante collezionista Panza aveva stretto un rapporto con Barry e sostenuto la sua ricerca apprezzandone i primi lavori, piccoli pannelli a fondo
oro di gusto minimalista. Dunque la mostra varesina è quasi un rientro a casa, attraverso un percorso di circa sessanta opere curato da Anna Bernardini, direttrice di Villa Panza, e Laura Mattioli, storica dell’arte e collezionista. In esposizione opere esemplari che illustrano l’intera ricerca di Barry, dagli anni 80 fino ad oggi, ma non in ordine cronologico: i pezzi si dispongono quasi come installazioni site specific in rapporto agli ambienti e alle atmosfere della dimora storica.
Dunque alle piccole «icone» dorate degli esordi amate da Panza si mescolano i successivi «Portraits» e gli ultimi
«Masterpieces»: rivisitazioni di capolavori d’epoca in chiave contemporanea, reinventati con materiali inusuali e sorprendenti come marmi multicolori, calcite dorata, alabastro, onice rosa o bianco, lapislazzuli. Pezzi di sapore postmoderno, dove alla realizzazione con tecnica 3D e alla modellazione tramite computer si accompagna una raffinata
Tecniche Le opere sono realizzate al computer in 3D ma poi vengono rifinite a mano con cura
finitura artigianale: intaglio, definizione dei particolari e levigatura vengono eseguiti a mano con vero virtuosismo. Mai copie ma reinterpretazioni, che spaziano tra Rinascimento, Barocco e Barocchetto, Futurismo, dalla «Dama velata» di Antonio Corradini alle «Forme uniche della continuità nello spazio» di Umberto Boccioni. Una meditazione innovativa sul valore e sul significato dell’arte attraverso il tempo, sulla dialettica tra tradizione e innovazione, sull’evoluzione degli stili e dei linguaggi, sulla storia dell’arte e i suoi limiti.