Il 2 giugno con protesta della Lega
Pd: errore. Cinquestelle: tensioni col Quirinale, ma ci saremo
La Lega boicotta la manifestazione del 2 giugno organizzata a Bergamo dalla Prefettura. Se la rappresentanza dello Stato centrale è sempre stata un’istituzione poco amata dal Carroccio, figurarsi dopo la querelle scoppiata con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla nomina del ministro dell’Economia. A mettere la pietra tombale sui cuori leghisti poi la manifestazione del Pd che martedì in città ha raccolto diverse centinaia di persone in via Tasso e, soprattutto, il fatto che una delegazione sia stata ricevuta dal prefetto, Elisabetta Margiacchi. Lo spiega il deputato Daniele Belotti.
«Ci mancherebbe di andare — dice —. Aspettavo proprio di assumere l’incarico di parlamentare per poter dire “no” a tutti questi inviti inutili. Preferisco partecipare di gran lunga a una festa popolare. Alle cerimonie dell’élite ero allergico prima, figurarsi adesso. Ritengo sconcertante il comportamento del prefetto, perché non deve farsi portavoce della solidarietà di una parte politica. Tanto più che in provincia di Bergamo quelli penalizzati dal comportamento di Mattarella rappresentano ben più del 50% degli elettori».
Gli dà man forte l’altro deputato eletto in città dal Carroccio, Alberto Ribolla: «Abbiamo i gazebo da seguire e altre manifestazioni — spiega —, mi concentrerò su quelli. In passato ho presenziato alla cerimonia in Prefettura ma quest’anno dopo quello che è successo domenica non ci sarei comunque andato». Una determinazione che in provincia sfuma, per i sindaci contano più le manifestazioni organizzate nei loro Comuni e i leghisti non fanno eccezione. «Lo so bene — spiega il consigliere regionale Giovanni Malanchini —, anche se come sindaco di Spirano sono decaduto ieri sera. Premetto che non ho mai partecipato alla cerimonia a Bergamo. L’astio verso Mattarella di questi giorni
❞ Sconcertante il fatto che il prefetto si faccia portavoce della solidarietà a Mattarella di una parte politica Daniele Belotti Lega
❞ Ci abbiamo pensato e, nonostante il rifiuto di Mattarella, i nostri rappresentanti saranno al 2 giugno Dario Violi M5S
non c’entra nulla. Il 2 giugno è una festa che non ha mai scaldato i cuori ai bergamaschi ma neanche agli italiani e un amministratore locale si fa interprete di quello che chiedono i cittadini. Il 4 novembre invece è sentito e sono sempre in prima fila. Come responsabile nazionale degli enti locali della Lega ai sindaci che mi hanno chiesto cosa fare ho lasciato libertà di scelta».
Taglia corto il primo cittadino di Treviglio Juri Imeri: «Non ci sono mai andato perché quel giorno nella mia città c’è la sfilata, quest’anno poi ho l’inaugurazione del monumento agli avieri e non intendo mancare».
Non condivide la linea del Carroccio il Movimento 5 Stelle. «La situazione che si è creata con il rifiuto del Quirinale ha messo in imbarazzo anche la Prefettura — spiega il consigliere regionale Dario Violi — ma, dopo aver valutato la possibilità di disertare il 2 giugno, abbiamo preferito scegliere un’altra linea. Io non ci sarò perché sono a Roma, ma gli invitati del nostro movimento parteciperanno».
Contesta la scelta leghista invece Davide Casati, sindaco di Scanzorosciate e vicesegretario del Pd bergamasco: «Prima che essere uomo di partito, sono innanzitutto uomo delle istituzioni e penso che ognuno abbia diritto alle proprie opinioni ma non penso sia giusto per ragioni politiche attaccare una manifestazione dello Stato». Casati però non sarà a Bergamo il 2 giugno per guidare le celebrazioni nel suo paese.