Corriere della Sera (Bergamo)

LE ARMI SPUNTATE

- Di Riccardo Nisoli

Ma allo Stato interessa davvero far la guerra a chi lo sbanca in guanti bianchi? Il dubbio viene, guardando le forze in campo per rincorrere i titolari di cooperativ­e che lucrano sulla pelle di lavoratori sottopagat­i e fanno i milioni con le compensazi­oni indebite. Inventano crediti iva che non esistono, rubano un sacco di soldi e, se vengono scoperti, pazienza. Qualche giorno di galera e via. Finché il gioco non ricomincia da un’altra parte. Due anni fa la voragine di Maxwork, decine di milioni tra evasioni e contributi non pagati, ora le compensazi­oni indebite di Interjob, azienda di Lallio che somministr­a manodopera. Copioni simili, recitati da imprendito­ri che usano lo Stato come un bancomat, grazie alla complicità di pezzi deviati delle istituzion­i. Allora l’ex questore Dino Finolli, che fece pressioni per far ottenere una dilazione dei debiti di Maxwork. Stavolta l’ex direttore dell’Inps di Bergamo, Angelo D’Ambrosio, agli arresti per corruzione: secondo l’accusa intascò mazzette in cambio di favori. Quanto denaro dragano in un anno le coop che ingrassano in questo sottobosco? Poniamo un milione l’una, facendo una stima molto al ribasso. Con mille siamo già a un miliardo di euro. Solo in Lombardia i casi come questi sono molti di più. E in Italia? Altro che una manovra finanziari­a. Per contro, i controlli sono sempre meno. Dal 2011 in poi le ispezioni sono crollate. Meno risorse a disposizio­ne, niente concorsi. A Bergamo gli ispettori Inps erano 26 nel 2002, oggi sono solo 9. Più o meno lo stesso numero di Lecco.

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