Dodici immobili sequestrati a società fantasma
Frode per un milione, sigilli a 12 immobili
L’indagine della finanza è partita dal controllo su un rimborso Iva ed è arrivata a una presunta frode fiscale di un milione. Sotto la lente una società cooperativa brianzola, con sede a Bergamo. Sequestrati 12 immobili per equivalente.
Il bene di maggior valore è un appartamento in Brianza da 600.000 euro. Nei sequestri del Gruppo di Bergamo della Guardia di finanza ci sono 12 immobili, case e capannoni, oltre al denaro, fino a quasi un milione di euro. La cifra equivalente di una presunta frode fiscale che ha messo nei guai il presidente del Cda della società cooperativa Grecale, sede legale (nello studio di un commercialista) a Bergamo e unità operativa in Brianza. Cercato, non è stato possibile parlargli. La Finanza arriva alla società partendo da un cliente che chiede il rimborso dell’Iva. Da una verifica incrociata non risulta versata. Dall’Agenzia delle entrate parte l’alert e il faro si sposta sulla Grecale, inizio attività 12 novembre 2014, nel settore del facchinaggio e della movimentazione merci, in prevalenza.
Ha dipendenti regolarmente assunti, 112 nel 2015. Ha compensato con crediti di imposta il versamento di contributi Inps e Inail. È il tipico meccanismo con cui l’imprenditore, attraverso gli F24, dichiara che gli spetti denaro dallo Stato e lo «azzera» non versando i contributi. Ma alla Finanza risulta che questi crediti non spettassero. Anzi, secondo le verifiche, dal 2014 al 2016, la cooperativa non ha dichiarato due milioni di guadagno. E, dunque, su questa base imponibile non avrebbe pagato 811.000 euro di imposte, oltre ad aver dichiarato false compensazioni per 118.000 euro.
Secondo i finanzieri, coordinati dal pubblico ministero Nicola Preteroti, inoltre, l’attività reale non è esattamente quella dichiarata. Quella vera è la fornitura di manodopera che, nel caso di bisogno di movimentare merci, utilizzava strumenti delle imprese clienti.
I dipendenti, nell’arco di tempo sotto analisi, sono stati regolarmente pagati. Se anche dovesse essere confermata la falsa compensazione dei loro contributi, non rischiano di perderli. A proposito di dipendenti, alla società come sostituto di imposta viene contestato di non aver comunicato all’erario i redditi dei lavoratori. Fatto il conteggio, il gip Vito Di Vita ha firmato il decreto di sequestro per blindare l’equivalente della presunta evasione (929.000 euro). Cifra raggiunta.