«Genitori e fratelli disabili Ma l’Isee è alto, aiuti limitati»
Famiglia in difficoltà a causa di vecchi immobili
In famiglia il papà, mamma e due fratelli sono disabili, e riuscire a far quadrare i conti è difficilissimo. È la situazione della trevigliese Mirian Nembrini, che ha chiesto un sostegno all’Amministrazione comunale, che però ha le mani legate dal fatto che i genitori sono proprietari di un vecchio cascinale e 27 pertiche di terreno. Queste proprietà fanno si che l’Isee, il parametro che il Comune utilizza per stabilire il costo dei servizi sociali, sia al massimo, e quindi sono alte le tariffe fissate per i pasti e l’assistenza domiciliare. «Ho una sorella di 55 anni e un fratello di 53 che sono entrambi disabili fin da giovani — racconta la Nembrini —, i problemi si sono complicati con l’avanzare degli anni dei miei genitori perché mio papà, 84 anni, ha sviluppato una demenza senile, mentre mia madre che ne ha 79 ora è affetta da Alzheimer. Questo fa si che ci sia la necessità di un badante sia di giorno che di notte. Mio papà ha la pensione e l’accompagnamento mentre mia mamma ha la minima ma non ce la facciamo lo stesso se un pasto ci costa 6 euro e un’ora di infermiera 13. Questi sono i costi dopo che nei mesi scorsi c’è stato un aumento di quasi il 30% da parte del Comune». L’altro problema è che per i genitori non è ancora stato ottenuto il riconoscimento della incapacità di intendere e volere, quindi sono titolari dei loro beni e nessuno altro può disporne. «Ottenere l’incapacità richiede tempo — continua la Nembrini — e intanto i costi ci sono. Ho cercato di risolvere la situazione dei miei fratelli, per questo ho acceso un mutuo con la Cassa rurale e con i risparmi che avevamo abbiamo comprato casa. Ma non riusciamo ad arrivare dappertutto e i servizi sociali, benché informati della situazione non mi aiutano affatto».
Dal canto suo l’Amministrazione comunale ribatte che quelle sono le regole e non si possono stravolgere. «Nell’Isee – spiega Pinuccia Prandina, assessore ai servizi sociali — entra anche il patrimonio, così lo determina la legge. Il Comune si deve occupare prioritariamente di chi non ha nulla. I servizi vengono erogati in base alle disponibilità delle famiglie e la Nembrini ha avuto quanto commisurato alle disponibilità».
La priorità del Comune deve andare a chi non ha nulla
Assessore
La protesta «Facciamo fatica se un pasto costa sei euro e un’ora di infermiera 13. Il Comune lo sa»