Alta fedeltà da 50 anni
Buscemi, marchio storico per dischi e impianti stereo ha passato mezzo secolo «suonandole» ai milanesi
In Corso Magenta 31 c’era una piccola mecca per musicofili, che lì si recavano quasi in pellegrinaggio per sfogliare cataloghi, sbirciare tra scaffali, per ascoltare in cuffia le ultime novità, o per chiedere la versione più rara dell’integrale dei Quartetti per Archi di Beethoven o le incisioni più pregiate dei Piano Concerto di Brahms. Perché sapevi che in quel luogo c’era la signora Alma che dava suggerimenti e rispondeva a ogni domanda meglio di Wikipedia. Ora quel luogo di culto non c’è più, ma si è spostato dietro l’angolo, in un piano sotterraneo di via Terraggio, dove dietro al bancone c’è ancora il titolare Mario Buscemi, 65 anni. «Abbiamo dovuto traslocare per la crisi causata dal free download, dal file-sharing e dagli mp3, ossia la musica gratuita scaricata dalla rete. Con una spending review abbiamo dovuto tagliare gli spazi e purtroppo anche il reparto della classica, che era il nostro fiore all’occhiello. Per sopravvivere abbiamo aperto un sito Internet con un catalogo di oltre 600 mila titoli tra vinili, cd e dvd di musica rock, jazz, blues, folk, classica ed etnica importati da tutto il mondo. Poi abbiamo da poco aperto un mercato parallelo di vinili usati, un settore sempre più in espansione, soprattutto tra gli amatori del suono analogico. La vendita dei cd è crollata negli ultimi dieci anni. Del resto, un disco di successo che vendeva 500 mila copie, ora arriva a malapena a 50 mila. Il mercato si è risollevato un po’ con i nuovi cantautori italiani, come Brunori Sas e Vasco Brondi».
L’insegna Buscemi campeggia ancora in Corso Magenta, al 27, sopra le vetrine del tempio meneghino dell’hi-fi, gestito Pietro, 69 anni, il fratello maggiore. «Abbiamo superato i 50 anni di attività perché abbiamo aperto nell’ottobre del 1967, convertendo il negozio degli elettrodomestici dei nostri genitori. L’intuizione fu di mio fratello maggiore Paolo, che poi morì in un incidente e fui così costretto a mandare avanti l’attività da solo, fino a quando mio fratello Mario iniziò a vendere dischi in un altro spazio del negozio. Negli anni Settanta ci fu il boom dell’alta fedeltà e a ogni milanese abbiamo venduto un giradischi, un amplificatore, una radio o un mangiacassette. L’impianto stereo era un elettrodomestico presente in qualsiasi famiglia, ora è un oggetto per audiofili. Abbiamo visto cambiare il mondo da queste vetrine, dalle prime manifestazioni studentesche del ‘68, agli ultimi cortei di protesta per l’Expo. E da noi si sono serviti artisti e sportivi famosi come Pollini, Jannacci, Gaber, Ruud Gullit e Weah».
La crisi del mondo discografico viene combattuta in questo caso adeguandosi ai tempi, tra passato e futuro. «Stiamo vivendo un ritorno ai giradischi, perché molti stanno tirando fuori i vecchi vinili dagli scaffali. Il futuro invece è legato alla “musica liquida” di alta qualità, anche attraverso lo streaming come Tidal. E così ci siamo specializzati nella vendita di lettori di rete che riproducono file digitali in alta definizione. Poi c’è la multimedialità. Abbiamo anche sale d’ascolto per impianti Home Theater, sistemi audio e video multiroom e domotici per ogni soluzione».