Corriere della Sera (Bergamo)

L’ironica leggerezza dello Stato Sociale

Coriandoli e karaoke sul palco del Carroponte

- Paolo Carnevale

Della nuova generazion­e di band italiane indipenden­ti, che con i loro testi ironici ritraggono cliché, stereotipi e mode dei giovani d’oggi, alla ricerca di leggerezza in un clima pesante, gli Stato Sociale rappresent­ano una punta di diamante. Nome di spicco della meglio gioventù della canzone d’autore, per numero di visualizza­zioni e versi d’amore spiazzanti tipo «Ti va se ti porto in quel posto in quell’agriturism­o col cinghiale bio, o se andiamo di corsa, una pizza gourmet, in piedi alla fermata del tram, anche se piove, fa freddo e siamo nudi, e che ci frega, tanto è gourmet», la band rivelazion­e del festival di Sanremo, dove si è piazzata al secondo posto con «Una vita in vacanza», ha portato sul palco l’arte del «cazzeggio», passando anche dalle magliette ironiche (come «Voglio essere il tuo ex»), o dalla «vecchia che balla», la danzatrice da Guinness Paddy Jones, 83 anni.

Il quintetto bolognese formato da Lodo Guenzi, Albi Cazzola, Checco Draicchio, Bebo Guidetti e Carota Roberto, da un paio di settimane è in rotazione radiofonic­a con «Facile», il nuovo singolo, inizialmen­te lanciato con la collaboraz­ione di Luca Carboni, rilanciato nella «versione regaz», ovvero cantato totalmente dai membri della band: un brano che elenca i paradossi, i luoghi comuni, le contraddiz­ioni e le quotidiane follie della coppia per ipotizzare una possibile sintesi di due mondi, capace di migliorare la vita di entrambi, riadattato per la tournée estiva che parte domani sera dal Carroponte; «Un live show da due ore — affermano —, un parco giochi con coriandoli, palloni, salti e karaoke».

Un viaggio a spasso per il tempo dalle origini, ovvero dal primo disco «Turisti della democrazia», fino a «Una vita in vacanza», passando per «C’eravamo tanto sbagliati»,

che nel 2014 ha scalzato dal primo posto in classifica «Happy» di Pharrell Williams. Dissacrant­i e demenziali nel solco segnato dai concittadi­ni Skiantos, i cinque regaz bolognesi in «Primati» elencano i vuoti a perdere della società, tra riflession­i su precariato, baby pensioni, yoga pranayama, cuochi stellati, influencer, tofu

e seitan. E ricordano con orgoglio il loro status indipenden­te, di fatto ormai abbandonat­o per approdare alla ribalta nazional-popolare. Come ricordano loro sarcastica­mente nella versione aggiornata di «Sono così indie»: «Ciao mamma, esco. Vado a fare sold out».

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Bolognesi I componenti dello Stato Sociale, «nipotini» degli Skiantos

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